Quando Giorgio Napolitano parla dal Quirinale, che fu dimora dei nostri antichi sovrani, il suo portamento ci ricorda uno degli antichi padroni del palazzo. La sua parlata non tradisce le sue origini napoletane, con il tipico intercalare modello “Uagliò”!!

Ma piuttosto un reale e antico modo di porsi che era d'obbligo per i regnanti vecchio stampo. Certo non parliamo di quello “sciupafemmine” di Carlo, il quale pur aspirando al trono, se né fregato dei protocolli reali per andare appresso alla gonnella di Camilla. E neppure del suo pro-zio, tal Re Edoardo VIII, rimasto nella storia per essersi, dopo soli pochi mesi, liberato di corona e trono abdicando a favore del fratello. Solo liberandosi del regale fardello infatti, poté sposare la sua amante Wallis Simpson, una splendida miliardaria americana già divorziata e già amante del genero del nostro duce. Roba d'altri tempi!!

Eppure qualche refuso di com-portamento reale è rimasto nelle vene di qualche attuale regnante. Se pure tale per elezione democratica e non per divina provvidenza, anche il nostro Giorgio è un esempio di flemma reale, ma anche di autoritario comportamento. Autoritario ed inflessibile pure. Lo ha dimostrato al mondo intero, dapprima defenestrando il Berlusca a favore del bocconiano maggiordomo della Merkel (e delle banche), ripudiando poi il figliol prodigo Letta, per investire improvvisamente al suo posto, quel simpatico ex concorrente della ruota della fortuna. Che fortuna!! Sospira Renzi.

Il quale per ora resta il valido strumento per conquistare voti, nelle mani di Re Giorgio e della sua area politica. In passato poco vincente perché troppo a sinistra per i moderati, troppo a destra per il suo partito. Oggi invece l'unico baluardo contro comici di piazza e ricchi cavalieri conquistatori di voti. Forse Re Giorgio vorrebbe ostacolare l'ondata anti-euro che parrebbe levarsi nel vecchio continente, o forse è il solito modo di fare staliniano. Democratico all'apparenza, ma dittatoriale nel concreto. 

Re Juan Carlos di Spagna ha deciso di abdicare in favore di Felipe. Con la monarchia sono pochi gli intrighi di palazzo, si va per dinastia ed albero genealogico alla mano. Il garante della costituzione è, per grazia di Dio, il figlio o il discendente di turno. Niente trame di partito, niente votazioni, nessun vantaggio per la parte politica maggioritaria in parlamento.

L'Italia del 1946 scelse la repubblica con 2 milioni di voti di scarto rispetto alla scelta monarchica, dopo una propaganda martellante che rese il nostro Re un demone del costituzionalismo e della democrazia. Eppure altri paesi che hanno conservato la monarchia quale forma di stato ci surclassano di gran lunga sia per l'uno che per l'altro principio.

La Spagna del dopo Franco, sotto quello stesso sovrano che oggi si appresta alla pensione, ha varato una costituzione dalla quale oggi attingiamo per le riforme che da decenni cerchiamo di realizzare. Mentre la costituzione inglese, se pure non codificata in un unico documento come le altre, prende forma già dal lontanissimo 1215. Epoca in cui i baroni si ribellarono al Re Giovanni senza terra e scrissero la Magna Charta. La quale prevedeva limitazioni al potere del sovrano che per i tempi erano ultra futuristiche.

Dall'altra parte dell'Europa, nella fredda Federazione Russa, troviamo invece un presidenzialismo “Putiniano” che solo all'apparenza è democratico. La costituzione consegna al presidente la possibilità di sciogliere la Duma quando questa non conceda la fiducia al primo ministro a lui gradito. Anche il presidenzialismo turco permette ad Erdogan il pugno di ferro contro piazza Taksim, scoraggiando le manifestazioni con leggi che puniscono chi soccorre i manifestanti.

E' pur vero che la Turchia pur avendo da tempo cessato di applicarne i principi, sta alle porte dell'Islam cosi poco democratico con la sua teocrazia. Nella Repubblica Iraniana il presidente eletto può essere destituito anche solo per “incompetenza politica” dal Consiglio dei Guardiani . Una banda di santoni, con barba obbligatoria, presieduta dalla Guida Suprema. Un esperto giuridico-re