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Gli Indipendentisti catalani ri-vincono. Come avevano vinto nelle elezioni del 2015. Come avevano stravinto il Referendum sull’Indipendenza quest’anno. Nonostante la repressione, gli arresti (dei loro leader, alcuni ancora in prigione), i manganelli, le violenze, morali e fisiche, inferte dal franchismo di Rajoy e dai suoi scherani sostenuti dalle articolazioni militari, burocratiche, giudiziarie dello stato centrale madrileno.
Con la complicità di tutti gli Unionisti: di destra, di manca e di centro, in una sorta di “Union sacrée”. Nonostante l’intera e pavida Europa (Italia compresa), si sia schierata in modo impudico a fianco di Rajoy e dei suoi provvedimenti liberticidi: tesi all’esautoramento del legittimo e popolare governo catalano, con l’annullamento del Refrendum e l’abolizione dell’Autonomia e delle conquiste democratiche. Nonostante decine e decine di banche e di imprese abbiano cercato di colpire la Catalogna e di strozzarla, ricattandola economicamente e finanziariamente.
Nonostante la martellante e ossessiva campagna dei Giornaloni (italiani, europei e non solo) con giornalisti ridottisi a piscia tinteris e imbrutta paperis al servizio del leviatano statale franchista, tutto teso a utilizzare l’armamentario repressivo, poliziesco e militare per far ripiombare la Catalogna in un passato illiberale, autoritario e fascista, che pensavamo morto e sepolto.
Giornalisti trasformatisi (a parte qualche rara eccezione) in legulei, azzeccagarbugli, scribi e farisei che cianciano di leggi e Costituzioni “violate”: come se i diritti e le libertà dei popoli non contassero di più di pezzi di carta imbrattati e imbruttati dai Potenti e dai Gerarchi di turno, per legalizzare e difendere i propri interessi e privilegi, personali, di casta, di casato e di regime. O, di stato, che dir si voglia.
Gli indipendentisti catalani – 2 milioni di catalani – vincono e rivincono, con il voto libero e responsabile ma anche (per non dire soprattutto) con una una massiccia ed entusiasta partecipazione popolare, democratica, di base, non violenta, gioiosa e coinvolgente. Hanno scelto l’Indipendenza per un diritto storico: che viene loro dall’essere una Nazione, sempre. Per storia, cultura, lingua e tradizioni.
Ma anche dall’essere Stato: dal 988 al 1714, quando col Decreto de Nueva Planta la Catalogna perse il proprio stato e, insieme, l'autogoverno e la libertà. Hanno vinto conquistando la maggioranza assoluta dei deputati (70 su 135) “stracciando” gli Unionisti, comunque mascherati. Umiliando e riducendo il Partito di Rajoy – leader del Partito più corrotto del mondo– da 11 a 4 parlamentari.
Gli uomini liberi, i sardi liberi, non possono che sostenere la sacrosanta battaglia dei Catalani e il loro diritto all’Autodeterminazione, fino alla Repubblica catalana indipendente. Con Carles Puigdemont Presidente. Oggi ancora – vergognosamente –“in esilio” in Belgio, ma di cui aspettiamo il suo rientro immediato nella sua Catalogna.