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Riaperture scuole: dubbi delle Regioni sul ritorno in aula in presenza, a partire dal prossimo 26 aprile. Domani la questione sarà al centro di un confronto con il governo, alle 17, come chiesto dal neo presidente del fronte dei governatori, Massimiliano Fedriga. L'esecutivo, sul ritorno in classe, sembra convinto a non arretrare, a non concedersi cedimenti.
"Non se ne parla. All'ultima cabina di regia - racconta all'Adnkronos uno dei ministri che ne ha preso parte - Draghi era convintissimo sul ritorno in aula, il più convinto di tutti. Su questo sono certo che non tornerà indietro, vuole i ragazzi in classe. La scuola prima di tutto, ha detto mentre decidevamo delle riaperture, ricordandoci come l'istruzione sia rimasta drammaticamente indietro in questo anno di pandemia". La parola d'ordine resta 'ripartire in presenza', senza tralasciare il tema prioritario della sicurezza.
Si lavora al potenziamento dei mezzi pubblici -vero tallone d'Achille del sistema scuola, soprattutto alle superiori- ai tracciamenti, agli ingressi scaglionati per evitare assembramenti. Ma anche, raccontano alcuni beninformati all'Adnkronos, all'ipotesi di lezioni 'outdoor', in musei, palestre, parchi attrezzati e spazi all'aria aperta soprattutto, sul modello della 'scuola diffusa' partito in Emilia Romagna -regione del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi- ancor prima che la pandemia investisse l'Italia. "Ogni strada verrà battuta affinché la scuola riapra in massima sicurezza, ma il 26 aprile si torna in classe", ribadiscono fonti di governo alla vigilia dell'incontro con le Regioni sulla scuola.