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Roma, 10 giu. (Adnkronos) - E' la festa dei diritti. “Siamo un milione, mai vista tanta gente”, gridano gli organizzatori del Roma Pride 2023 dal carro del coordinamento della kermesse arcobaleno. Ma per la Questura di Roma sono circa 40mila le persone presenti al corteo che ha raggiunto i Fori Imperiali.
). Tra i 34 carri, in testa il camion del coordinamento della kermesse, poi quello del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e a seguire tutti gli altri. Slogan della nuova edizione della manifestazione: "QueeResistenza".
“Tranquilla mamma sono gay, non fascio”; “Desideravo delle creature sane e libere: ho avuto la fortuna di farle sane ora le voglio libere”; “Io esisto, resisto e conquisto”, alcuni dei cartelli tra i manifestanti. Musica e ballo in piazza tra maglie glitterate, parrucche scintillanti, look arcobaleno e l’onda di bandiere rainbow. Tantissimi i giovani studenti e le famiglie arcobaleno con i loro bimbi.
). Cantano tutti, anche i giornalisti intenti a fotografare la testa del corteo con lo striscione QueeResistenza, anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
“Oggi sarà una grande festa per tutta la nostra comunità, saremo in tantissimi, quasi un milione, anzi lo spero perché quello che è successo con la vicenda del patrocinio prima concesso e poi tolto dalla Regione Lazio ha riacceso gli animi di lotta della nostra comunità Lgbt+", dice Mario Colamarino, portavoce del Roma Pride, prima dell'inizio della parata. Una piazza che "si riempirà di persone e di amore che è quello che dobbiamo contrapporre a chi vuole rendere invisibili, a chi vuole odiare e parlare male di noi. Quindi dobbiamo essere fieri di chi siamo: oggi festeggeremo e saremo noi stessi”. Il Roma Pride, secondo Colamarino, "è la festa non solo della nostra comunità, ma di tutta la città, un grande evento per i diritti che noi vogliamo che cresca sempre di più e diventi sempre più internazionale”.
Diversi gli esponenti politici in piazza oggi. Per Elly Schlein, segreteria del Partito democratico, “è importante essere qui, il Pd sarà sempre nei luoghi della tutela e della promozione dei diritti Lgbtq+, a partire dal matrimonio egualitario, dalle adozioni e riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. Siamo qui perché è giusto e importante esserci. Ed è invece sbagliato che non ci sia la Regione Lazio”. “Ci siamo con i nostri corpi e siamo qui in mezzo alle associazioni a supportare il Pride, come siamo a supporto e abbiamo aderito come Pd a tutta l'Onda Pride. Non dimentichiamo - sottolinea - che chi oggi governa l'Italia sono gli stessi che hanno affossato con un applauso, difficile da dimenticare, una legge di civiltà come la legge Zan. Una legge che c'è in tutto il resto d'Europa, una legge contro l'odio e le discriminazioni anche sull'orientamento sessuale che c'è in tutti i Paesi d'Europa”.
Roberto Gualtieri parla delle trascrizioni. “Trascrizioni di atti formati all’estero sono legittime e doverose altrimenti sarebbe una discriminazione, non si capisce perché si può trascrivere il certificato di una eterologa di una coppia eterosessuale e non di una coppia omosessuale”, dichiara il sindaco di Roma, dietro lo striscione alla testa del corteo. “Non temo l’intervento del prefetto perché le trascrizioni si fanno in tantissime città d’Italia, è una cosa normalissima”, aggiunge Gualtieri.
Per Alessandro Zan (Pd), presente al Roma Pride, “il governo ci vuole portare indietro dall’Ungheria di Orban, alla Polonia. Il Pride è ormai una festa collettiva di massa e la questione ha indignato molta parte dell’opinione pubblica perché dare un patrocinio e poi ritirarlo perché è arrivato un diktat dall’alto mi pare francamente poco rispettoso delle istituzioni che dovrebbero essere di tutte e di tutti”.
“A livello politico qualunque diritto è sempre divisivo, in tutta la mia vita ho sempre detto questo e non mi impressiona. La società è già andata avanti, è la politica che arranca sui diritti. L’unica alternativa che hanno è: o proibirli o ignorarli, affrontare i diritti mai”, dice Emma Bonino, leader di Più Europa, presente al Roma Pride. Intervenendo sulla querelle in merito al patrocinio ritirato dalla Regione Lazio, aggiunge: “I diritti non chiedono permessi, tantomeno le scuse”.
Riccardo Magi, segretario di Più Europa, sottolinea: “Le ultime rilevazioni ci dicono che una maggioranza importante degli italiani è a favore del matrimonio egualitario e delle adozioni per le coppie omogenitoriali e per i single. Noi oggi manifestiamo con loro e per loro. Se il governo vorrà tornare indietro sui diritti civili useremo tutti i mezzi democratici per fermarli”. Il carro del partito è l’unico politico tra i 34 presenti.
"Come deputata di Roma era fondamentale essere qui oggi soprattutto nel momento in cui la Regione ha ritirato il patrocinio al Pride. Come rappresentante delle istituzioni ho voluto esserci per dire che le persone che qui manifestano pacificamente e allegramente ci sono, fanno parte del nostro Stato, non sono cittadini di serie b e hanno bisogno del nostro appoggio", afferma la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi durante il corteo del Roma Pride. “Se c'è una legge sulle unioni civili lo si deve al governo Renzi che ha avuto il coraggio di mettere la fiducia su quella legge e approvarla. C'è però ancora molto da fare sul tema dei diritti, sul piano educativo e culturale per combattere ogni discriminazione”, evidenzia Boschi.
Sono ben nove le città che oggi vengono attraversate dall’Onda Pride, la grande manifestazione a sostegno dei diritti delle persone lgbtqi+. Oltre alla Capitale, ci sono Avellino, Cuneo, Foggia, Dolo, Genova, Lecco, Messina e Pordenone.
“È una giornata di grande mobilitazione per la nostra comunità", dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. "I nove pride, tappa di una stagione record dell’Onda Pride con oltre 50 parate, sono la migliore risposta al balletto di alcune istituzioni, che ci mostrano il travaglio di chi non sa da che parte stare - sottolinea - Non sono coerenti al punto da dichiarare senza tentennamenti la propria omotransfobia, e tirano fuori dalla tasca, all’ultimo, il ripensamento, magari il fantomatico amico gay, per dirci che in fondo ci tollerano".
"Ecco, nelle nove parate di oggi quasi certamente non ci saranno gli amici gay di tutti gli oppressori della compagine di governo. Però ci saranno migliaia e migliaia di persone che chiedono diritti, riconoscimento, uguaglianza, libertà - conclude - Perché sono persone tra le persone, non perché hanno amicizie altolocate. A quelle migliaia di persone, e a tutte le altre che assieme a loro oggi riempiranno le strade nei grossi centri e nelle periferie, auguriamo una memorabile giornata dell’orgoglio”.