Andrea Papi , corridore di 26 anni, è morto a causa dell'aggressione da parte di un orso avvenuto nei boschi sopra Caldes e la sua famiglia ha dichiarato di voler denunciare la Provincia autonoma di Trento e lo Stato per aver reintrodotto gli orsi in Trentino .

La notizia è stata riportata dal T quotidiano, che cita la madre dello sportivo. Secondo le prime informazioni rese note dal giornale, i genitori della vittima saranno già messi tutto in mano agli avvocati .

Alla base della contestazione ci sarebbe la modalità con cui è stato attivato il progetto Life Ursus , senza un referendum consultivo tra la popolazione della zona.   

Gli animalisti hanno preso posizione sui social contro l'ordinanza di abbattimento dell'orso che ha ucciso Papi. " L'orso non passeggia in città, così l'uomo si cerchi un altro posto dove andare a correre ", scrive un utente. " Come mai accadono solo in Trentino? Anche in Abruzzo ci sono gli orsi, ma non accade nulla " e ancora " Boicottiamo il Trentino: sicuramente nel voler uccidere tutti gli orsi c'è il motivo economico ".

Secondo l'Oipa, Andrea si " sarebbe difeso con un bastone e questo potrebbe aver provocato la reazione dell'orso " si legge nella nota.

"L'abbattimento degli orsi, di per sé, non è un tabù, a meno di non compromettere l'esistenza dell'intera popolazione. Tuttavia deve essere un'operazione studiata attentamente, altrimenti il rischio è di intervenire in modo sbagliato, prelevando gli esemplari più tranquilli, che solitamente si spostano di più, e lasciando in vita quelli più aggressivi", sono state le parole dell'esperto Alberto Stoffella, che si è occupato di orsi per 30 anni come guardia forestale della Provincia di Trento. "Parlare di cifre è sempre poco indicativo: bisogna capire anzitutto le dinamiche interne alla popolazione degli orsi, analizzare le ragioni per cui avvengono le aggressioni. In questo momento vi è chiaramente uno stress competitivo, per concorrenza o carenza di cibo. Fino a dieci anni fa, ad esempio, fenomeni di infanticidio non ne abbiamo mai registrati, ora capita di trovare cuccioli uccisi da altri orsi o femmine in età da procreazione sole", spiega l'esperto. Secondo Stoffella, un vero approfondimento sul tema non è mai stato fatto. "Una vera ricerca sulla diffusione dell'orso in Trentino, al di là del semplice monitoraggio genetico degli esemplari presenti, non c'è. Se non viene fatta, si rischia di rincorrere nuovamente il problema invece di risolverlo", ha sottolineato.