La libreria Il Labirinto Mondadori e l’Associazione Culturale Alghenegra organizzano per la giornata di sabato, 27 febbraio, la presentazione del libro di Valeria Lai, “Black news. Criminalità e paure tra media e società”, Aracne editore.

Oltre all’autrice interverranno il giornalista e scrittore Giacomo Mameli e il PM del Tribunale di Sassari Gianni Caria.

Nell’immagine diffusa attraverso la lente dei media sono rappresentati e fanno notizia soprattutto quei delitti che intaccano la sfera personale dell’individuo e che possono minare le sicurezze dell’uomo, che vive il rischio come problema individuale. Fatti di cronaca dei quali i media amplificano emozioni e riflessi all’esterno, in una sorta di slalom mediatico tra informazione e intrattenimento rischiano di influenzare la sensazione di sicurezza e di fiducia degli italiani.

La cosiddetta televisione del crimine in questi anni ha seguito e raccontato grandi delitti di cronaca, creando e diffondendo violenza proprio mentre analizzava con minuziosità i fatti. La presenza insistente nella televisione dei temi della criminalità comune, dei grandi delitti come sorta di serial o fiction, sino alle drammatiche vicende legate ai fenomeni migratori e di recente agli atti terroristici, induce alla deformazione del fenomeno e ad accrescere un diffuso sentimento di incertezza e di paura.

Troppo spesso, pertanto, la mediazione giornalistica si riduce alla pretesa di un impossibile “rispecchiamento della realtà”. È infatti opinione condivisa che la stampa italiana sembra essere avida di cattive notizie, una sorta di edicola della paura che ha messo in luce le difficoltà e verosimilmente le debolezze del mestiere del giornalista.

Studiosi e professionisti hanno parlato dei mezzi di informazione come fabbrica della paura per sottolineare che l’aumento dell’insicurezza è da considerare anche in relazione alle percezioni alimentate da un’informazione che in qualche modo genera ansie e angosce, ricorrendo ad una specifica retorica e ad un linguaggio capace di colpire direttamente l’immaginazione degli individui. Di conseguenza, il giornalista appare ancora oggi un mediatore di qualità per conoscere ciò che accade nel mondo? Ha ancora il dovere e la professionalità per interpretare responsabilmente i fenomeni e proporre le più appropriate chiavi di lettura e le molteplici visioni della società? Questi e altri interrogativi guidano il percorso di analisi e di ricerca del dibattuto contributo dei media nella rappresentazione della realtà, che saranno oggetto di confronto nell’incontro di sabato 27 febbraio, ore 18.00, presso la Sala conferenze della Fondazione Meta – Alghero (Piazza Porta Terra).

 

 

Nota sull’autore

Valeria Lai è Dottore di ricerca in Scienze della Comunicazione presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università Sapienza di Roma.

Svolge attività di ricerca sul giornalismo e la cronaca nera, sui temi dell’immigrazione e sulla rappresentazione mediatica del fenomeno migratorio. Ha collaborato al Progetto Nautilus - dall’accoglienza all’integrazione e al  Progetto Nautilus2 verso l’integrazione socio economica entrambi finanziati con i Fondi Europei per i Rifugiati.

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