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Side view of woman sitting in lotus position on lakeshore with focus on stack of stones
Il termine 'stress' già da qualche tempo è entrato di diritto nel linguaggio comune: ognuno di noi l'ha pronunciato almeno una volta nella vita, per descrivere una situazione di forte agitazione mentale accompagnata magari da tensione, preoccupazione o ansia.
La parola, che ormai richiama immediatamente alla mente un'idea negativa, è in alcuni casi anche troppo inflazionata: in realtà infatti indica la reazione del corpo alle esperienze che si è chiamate ad affrontare, si tratta di una risposta di lotta o fuga .
Hans Selye (1936), uno dei più grandi studiosi di questo fenomeno, lo definì come una " condizione aspecifica in cui si trova l'organismo quando deve alle esigenze imposte dall'ambiente ", ovvero la reazione che ognuno di noi ha davanti a determinate richieste, difficoltà o situazioni.
Lo stress perciò non nasce come qualcosa di negativo, ma lo diventa nel momento in cui vengono superati i limiti dell'adattamento fisiologico ai mutamenti dell'ambiente circostante; se questo succede, subentra quello che prende il nome di 'distress' , ossia lo 'stress negativo' e che porta con sé disagi, fisici e sociali, finanche patologie gravi, psichiche e/o fisiche.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, lavorare con lo stress non significa capire come farlo sparire completamente, bensì imparare a gestirlo . Trattandosi di un fenomeno che ha origine nella mente, l'obiettivo è 'educare' quest'ultima, aumentando innanzitutto il livello di consapevolezza: a tal fine, ci viene in soccorso la meditazione .
La meditazione rallenta la risposta di lotta o la fuga o, a volte, la previene del tutto. Nella meditazione ci si ferma, ci si concentra e si ricentra il pensiero, ritornando in uno stato di 'attenzione focalizzata' quando la mente vaga; ciò impedisce di 'precipitare' in scenari immaginari peggiori, che possono influenzare negativamente l'emotività e di conseguenza la realtà circostante.
Viene attivata inoltre una risposta di rilassamento, che 'calma' e placa la sovreccitazione di respirazione, frequenza cardiaca e pressione sanguigna.
Mindfulness significa 'pienezza mentale' e viene anche tradotto come 'presenza mentale'. È una parola nata in Occidente, in particolare nel mondo anglosassone, a seguito di varie sperimentazioni in campo neurologico, grazie alle quali medici e terapeuti hanno constatato l’efficacia della meditazione per attenuare e, in certi, casi curare, alcuni disturbi e malattie. Con il termine mindfulness si fa riferimento all’unione tra meditazione, psicologia e neuroscienze.
Imparare la mindfulness, o meditazione consapevole, non è difficile né richiede troppo tempo: bastano 10 minuti al giorno, ogni giorno, per ripristinare uno stato di benessere perduto.
COME INIZIARE
Primo step: è necessario trovare un luogo tranquillo, privo di rumori e distrazioni. All'inizio, potrebbe tornare utile l’ascolto di musiche rilassanti o sessioni guidate.
Il passo successivo è scegliere una posizione comoda, ma sarebbe meglio evitare di stare sdraiati, perché si corre il rischio di addormentarsi. La posizione ideale, per chi ne fosse fisicamente in grado, è quella classica a gambe incrociate, con le mani sulle ginocchia e il palmo rivolto verso il basso, schiena e testa dritti come se ci fosse un filo che tende verso l’alto il busto.
Secondo step: respirazione. Il respiro è fondamentale nella gestione delle emozioni e, di conseguenza, nella pratica meditativa; occorre eseguirlo con il diaframma, lasciandolo arrivare fino al pavimento pelvico.
La respirazione rappresenta la 'prima medicina' di cui si dispone. Imparare a respirare correttamente porta una migliore ossigenazione al cervello, distende i nervi e allenta gli stati d’ansia che, per definizione, limitano le potenzialità di cui disponiamo. Il respiro infatti costituisce l’unica porta di accesso volontaria su una funzione involontaria, quella cardiaca: come ogni moto del cuore influenza il respiro, vale anche la regola inversa.
Terzo step: concentrazione. La meditazione allena la mente, ma necessita anch’essa di uno sforzo, mentale appunto. Focalizzarsi sul respiro è il metodo più utilizzato, ma per iniziare si può optare anche per un’immagine (può essere una candela accesa, una figura generica), una parola o un suono ripetitivo (come il classico 'om').
Non bisogna ragionare, i maestri consigliano di lasciare i pensieri liberi di entrare e uscire, l'importante è non soffermarcisi. Quando ci si accorge di essersi distratti, di essere stati 'catturati' da un pensiero, si dovrà solo prenderne atto e riportare l'attenzione all'oggetto di focus scelto in precedenza.
Distrarsi, soprattutto durante i primi tentativi, è una cosa normale, ma col tempo la pratica personale migliorerà.
Lo spazio, temporale e fisico, dedicato alla meditazione è un rifugio protetto. L’orario non è influente, ma è fondamentale che diventi un'abitudine, come lavarsi i denti o vestirsi, perché solo la costanza porterà risultati, anche molto importanti.