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Occhi lucidi, l’emozione è palpabile, per lui è l’ultimo giorno in cui indosserà la sua divisa da agente della Polizia Municipale: dopo ben 37 anni ininterrotti di onorato servizio della Polizia Locale di San Sperate, oggi va in pensione il vigile storico Tore, all’anagrafe Salvatore Carta, classe 1953. Ha iniziato nel lontano 1983, anno in cui ha sposato sua moglie Carla, inseparabile compagna di vita, insieme ai suoi adorati figli Eros e Ludovica.
Tore ha vissuto l’epoca dei cambiamenti, dai vigili urbani fino alla recente istituzione della Polizia Locale, è stato mentore di tantissimi ragazzi che iniziavano la loro carriera come agenti al Comando, grande conoscitore del territorio, sempre ligio al dovere e sempre a disposizione della comunità locale: “Ho sempre avuto a che fare con cittadini e persone davvero a modo – dice Carta, con occhi lucidi – ho sempre fatto rispettare le regole e la legge, ma sempre con garbo, dialogo e rispetto reciproco. Lascio un Comando di Polizia Municipale, dipendenti comunali tutti e staff davvero in gamba, ora potrò dedicarmi al mio giardino, a coltivare i miei interessi e a godermi un po di meritato relax con la mia adorata famiglia. Fosse stato per me – ammette con un accenno di sorriso malinconico – sarei rimasto ancora in servizio, ma va bene così”.
Questa mattina, in municipio, un piccolo rinfresco e l’affetto del sindaco Enrico Collu, col quale c’è un’amicizia innata, poi i colleghi in divisa (insieme alla Comandante, Iosè Simbula), il maresciallo dei Carabinieri della locale Stazione, Davide Spiga, insieme alla moglie di Tore, Carla e i suoi adorati figli, Eros e Ludovica.
Ecco qui di seguito la bellissima lettera del primo cittadino Enrico Collu, a seguire la video intervista.
Salvatore Carta, noto "Tore", da giovane si "credeva bello".
E' la prima cosa che ti diranno coloro che lo hanno frequentato quando era uno spensierato ragazzo, della San Sperate rivoluzionaria di quei tempi, alla domanda "com'era da giovane?"
Nato il 25 agosto del 1953, quando a San Sperate i muri da color terra iniziavano a divenir bianchi, Tore aveva quindici anni. Fisico asciutto, portamento elegante, probabilmente a quell'età non immaginava che dopo altrettanti anni sarebbe diventato uno dei simboli del paese: "su vigili"
Tore è come quei giocatori di squadre importanti che nel corso della loro carriera non hanno mai cambiato maglia, insomma una sorta di Del Piero o Totti del fischietto.
Inizia a lavorare come vigile a tempo determinato il 10 dicembre del 1982, anno storico perché il paese è guidato per la prima, e per ora unica volta, da una donna, Amalia Schirru.
Il primo agosto del 1983 inizia la sua avventura come effettivo e da quel giorno vede susseguirsi ben 12 Sindaci, alcuni faranno più mandati, uno stuolo di Assessori e una miriade di Consiglieri Comunali.
San Sperate allora contava circa 5000 abitanti, non si litigava per i parcheggi, i ragazzi giocavano ancora in strada con il pallone e nessuno ti chiamava perché c'era un cane abbandonato o un gatto morto da ritirare.
Ha vissuto da protagonista anni importanti della nostra comunità, visto crescere il paese, quasi raddoppiare, cambiare anche se, allora come oggi, certe questioni sono rimaste attuali, per esempio la difficoltà atavica che hanno gli Sparadesi nel rispettare l'autorità e le regole in generale.
Ha lavorato ed è cresciuto insieme allo sviluppo del paese museo, del fenomeno muralismo, insieme alle nostre manifestazioni, come la nostra Sagra delle Pesche o i festeggiamenti dei nostri Santi. Lavorare come vigile in una comunità che sentiva, e sente, sempre più l'estrema necessità di esprimersi nei modi più disparati, non ti può far stare tranquillo soprattutto se hai l'obbligo di far rispettare le leggi e, spesso, trovandoti di fronte situazioni non di semplice gestione. Aver saputo convivere con tutto questo, trovare un equilibrio con queste esigenze e il proprio dovere, sono indice di grande maturità e sensibilità. Ha operato sotto il sole cocente delle Sagre o sotto la pioggia devastante delle alluvioni, lui c'era quando il Maestro ci ha lasciato, quando la crisi economica si è fatta più stringente, quando sono cambiate le province, quando è arrivata la pandemia. E' stato testimone di una parte importante della storia di questo paese. Tutti aspetti che , forse, in molti non riusciranno a cogliere ma che in questa occasione ci teniamo a evidenziare.
Severo ma giusto, talvolta umano e comprensivo, talvolta con la pazienza che andava in esaurimento, ce lo vogliamo ricordare così, con la sua flemma e la sua eleganza, a volte il suo aspetto burbero e quei movimenti che sembrano andare al rallentatore.
Non è facile fare il vigile in un paese come San Sperate, figuriamoci farlo vivendoci e per così tanti anni, eppure incredibilmente è sopravvissuto, indice di una forte tempra e della ferrea volontà di non lasciare all'Inps i contributi versati. Dire che ci mancherai mi pare semplicemente riduttivo, goditi la tua meritata pensione e, ci raccomandiamo, non andarci in astinenza da fischietto che poi ti viene da fischiare le belle signore e non sei più il "Latin Lover" della gioventù.
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