(Adnkronos) - Omicidio di Saman Abbas, arriva la sentenza: ergastolo per il padre Shabbar Abbas e la madre della 18enne, Nazia Shaheen. Quattordici anni di reclusione allo zio Sanish Hasnain, assolti entrambi i cugini Ikram Ijaz e Nomanulaq Nomanulaq per i quali è stata ordinata l'immediata liberazione. E' quanto stato deciso oggi dai giudici della Corte di Assise di Reggio Emilia, dopo quasi cinque ore di camera di consiglio. Si chiude così il primo grado del processo per l’omicidio della 18enne pakistana, avvenuto la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021.

“Non comprendiamo per quale motivo i genitori siano stati condannati all’ergastolo, dobbiamo leggere le motivazioni della sentenza" dicono all'Adnkronos gli avvocati Enrico Della Capanna e Simone Servillo, difensori di entrambi i genitori di Saman. "Probabilmente le ipotesi sono tre, o la Corte ha ritenuto che Shabbar e la moglie siano gli esecutori materiali dell’omicidio, ma questo credo sia impossibile, oppure possono aver ritenuto che siano i mandanti o che abbiano concorso nel momento in cui Danish ha ucciso Saman". "Shabbar chiaramente non ha accolto con grande favore la sentenza, pare evidente - continuano -. Si è sempre dichiarato estraneo all'omicidio della famiglia, non ci ha mai nemmeno pensato. Oggi in aula Shabbar non ha detto bene quello che ha sempre detto a noi". "Non crediamo né crederemo mai che questo sia un omicidio premeditato, preparato - aggiungono -. Conoscendo gli atti di questo processo abbiamo sempre considerato un omicidio scaturito da un litigio finito male. Non ha nulla a che vedere con l'Islam, con le abitudini di una famiglia pakistana".

"Rimango convinto dell'innocenza del mio cliente relativamente al reato principale, che è quello che è pesato in termini della pena, cioè l'omicidio", ha detto l'avvocato Liborio Cataliotti, difensore dello zio di Saman, Danish Hasnain. "Quanto all'entità della pena, posso dire che tutte le mie richieste sono state riconosciute". "La sentenza - ha aggiunto - la impugno perché sono convinto che Danish non sia responsabile del reato principale".

Alla lettura della sentenza, un lungo abbraccio ha legato Nomanulaq Nomanoulaq e il suo avvocato difensore Luigi Scarcella. "È stato il minimo - commenta l'avvocato Luigi Scarcella, difensore del cugino di Saman Abbas. "Abbiamo cercato di contenerci per quanto possibile perché è stato un lavoro faticoso - spiega - un processo lungo, cominciato nel giugno 2021 e siamo arrivati a dicembre 2023. Quell'abbraccio significa la fine di un percorso, di cui abbiamo accolto il risultato nel quale auspicavamo. Sono stato sempre ottimista, già all'esito dell'udienza preliminare avevo detto 'finalmente inizia il processo'. Ero convinto che durante l'istruttoria dibattimentale saremmo riusciti a dimostrare l'estraneità di Nomanulaq Nomanulaq, lo stesso vale per Ikram Ijaz e oggi abbiamo raccolto quel risultato all'epoca solo sperato".

"Speravo nell'assoluzione" commenta all'Adnkronos l'avvocato Mariagrazia Petrelli, difensore di un cugino di Saman. "Ikram Ijaz si è sempre dichiarato innocente sin dal primo momento, abbiamo cercato in tutti i modi di dimostrarlo. Ovviamente mi aspetto che la Procura faccia appello, ma ci difenderemo anche lì, non molliamo perché io credo la sua innocenza".

(dall'inviata Silvia Mancinelli)