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Gente onesta, anziani, donne e intere famiglie ‘ostaggio’ dei tossici, accade puntualmente ogni giorno, ormai da anni, in quei quartieri dove non solo vivono gli spacciatori di droga, ma gravitano centinaia di giovani e meno giovani dei paesi dell’hinterland e residenti in città dediti all’assunzione di eroina, con un indotto economico legato allo smercio di cocaina, eroina e “fumo” da migliaia di euro al giorno. E triplicano gli arresti di Polizia e Carabinieri.
I fatti di sangue
Piazza Valsassina, dietro via Mandrolisai (l’omicidio di Adolfo Musini pesa sui familiari come un macigno e fa male ai vicini di casa che lo conoscevano e lo stimavano) o via Podgora (il tentato omicidio del 63enne Ivaldo Marci, pugnalato in casa, parrebbe sempre dallo stesso assassino di Musini, Eugenio Corona) sono soltanto due gravissimi fatti di cronaca che hanno come comune denominatore il pesante disagio sociale legato all’uso di droga e alla necessità di recuperare soldi dei 'disperati'.
I nascondigli
Sardegna Live ha più volte denunciato e documentato ciò che accade dietro via Serbariu, proprio lungo il perimetro dell’asilo, in mezzo alle sterpaglie in un terreno comunale pieno zeppo di erbacce e mai ripulito (a rischio incendi), lontano da occhi indiscreti. Oppure cosa succede di lì a pochi metri, in via Cinquini, oppure in via Serpieri, ancora di fronte al cimitero di San Michele.
La paura
Siamo a San Michele, proprio in un quartiere che potrebbe essere bellissimo, con i due giganteschi parchi cittadini, scuole, negozi e palazzine popolari ma sempre sporco, deturpato e con l’allarme tossicodipendenti sempre dietro l’angolo e tra di loro, come per l’omicida Eugenio Corona, che sotto l’effetto della droga ha ucciso un pensionato e ferito gravemente un 63enne, tuttora ricoverato in ospedale.
Droga acquistata da via Seruci, al 3, al 5 e al civico 7. Oppure da via Premuda o ancora da via Timavo. Il risultato è ben noto, centinaia e centinaia di siringhe ovunque, sporche di sangue nelle vie limitrofe e fino al Colle dell'omonimo parco.
In piazza Valsassina tra vicini di casa del povero Adolfo Musini, ammazzato con delle cesoie da potatura da Eugenio Corona, tuttora agli arresti, la gente ha poca voglia di parlare, forse lo ha già fatto troppe volte, cercando di chiedere aiuto alle Istituzioni, in un contesto già di per sé difficile da affrontare. E che è ancora pericoloso per chi ci vive. (a.c.)