“Assieme possiamo cambiare questo paese! È la direzione che è importante! È avere una visione del futuro che fa la differenza! Ma non dobbiamo mai scordarci che tutto inizia dalla strada davanti a casa, quindi prendiamo una scopa e una paletta in mano e ci mettiamo a pulirla per amore di San Sperate!”.

Sono le parole di Pier Paolo Casti, 55 anni, imprenditore nel settore del commercio al dettaglio, consulente aziendale nel settore energetico e per i crediti d’imposta, sposato, padre di due figli e candidato a Primo cittadino per le amministrative a San SperateCasti è un volto nuovo della politica locale ed è il capolista della civica L’Alternativa per San Sperate.

Lei è un volto nuovo nella politica locale. Quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi a Primo cittadino?

"In questi mesi, in tanti, ci hanno detto: “finalmente sulla scena politica di San Sperate c’è un’alternativa!” In verità, prima di far da soli, abbiamo provato a dialogare con le due forze politiche presenti oggi in Consiglio Comunale. Secondo noi San Sperate è in uno stato di torpore e c’è bisogno di una forte scossa per dargli nuova vitalità, nuova energia.

Per questo ci siamo rivolti agli attuali rappresentanti politici; abbiamo chiesto in primis a loro un fortissimo segnale di cambiamento; chiedevamo che rompessero i loro schemi interni, per noi evidentemente troppo stretti. Noi rappresentiamo una sollecitazione della vita civile di San Sperate che non ha mai avuto voce, che è restata per troppo tempo inascoltata! Ci siamo detti: che novità c’è, se dietro ci sono sempre le stesse persone, oppure, dall’altra parte, i vecchi schemi di partito?

Vediamo però un po' meglio la questione.

L’Amministrazione uscente ha avuto 10 anni di tempo per lasciare la propria impronta nella nostra comunità. È un tempo molto lungo che ha avuto a disposizione per incidere sulle nostre vite; ci hanno messo la faccia nel bene e nel male, conosciamo il loro stile, dice il falso chi dice che non hanno fatto niente, ma il loro metodo non è stato partecipativo; ora in campagna elettorale vediamo i sondaggi ai cittadini, li avremmo voluti vedere nell’arco dei precedenti 10 anni!

Con la minoranza non è andata meglio, noi ci siamo presentati come “vero” elemento di novità nel panorama politico di San Sperate, il nostro è un movimento che viene dal basso, dalla gente, ma ci siamo scontrati subito con un sistema che voleva “presentarci come nuovi i loro vecchi schemi di partito”; qui il nostro paradigma partecipativo è morto subito, perché dietro intravedevamo una rigidezza tale che in questa fase avrebbe depotenziato il messaggio di novità che volevamo portare ai nostri concittadini! Sia chiaro, rispettiamo sempre e comunque chi la pensa diversamente.

Ci siamo chiesti a questo punto che alternativa ci fosse e la risposta è nata spontanea, abbiamo cercato la novità nel posto sbagliato! Dovevamo solo volgere lo sguardo verso noi stessi! Tanti cittadini ci hanno chiesto di essere alternativi allo status quo! Finalmente oggi a San Sperate un’alternativa c’è! Non sappiamo se i tempi siano maturi per cambiare davvero, le urne lo diranno! Di certo c’è che il processo noi l’abbiamo avviato e sarà inarrestabile! Proseguirà con i nostri giovani! Possiamo però cambiare già oggi, possiamo risparmiare 5 anni, mica pochi! Possiamo provarci assieme, partecipativamente, è l’occasione giusta!"

Quali sono i punti principali su cui vuole puntare L’Alternativa per San Sperate?

"Sappiamo che i programmi elettorali spesso sono esagerati, fatti per colpire la fantasia dell’elettorato e accattivarsi i voti. Abbiamo studiato San Sperate nei suoi molteplici aspetti e tutt’ora lo facciamo confrontandoci costantemente con i cittadini. Abbiamo un bellissimo programma che innanzitutto è coerente con il nostro metodo partecipativo!

Da qui nascono le nostre proposte di coinvolgimento diretto della popolazione, come l’istituzione del Rappresentante di quartiere (figura intermedia tra l’amministrazione comunale e i cittadini residenti nei vari rioni), il maggiore coinvolgimento dei giovani dotando la Consulta Giovanile di strumenti operativi adeguati, o ancora, con l’introduzione di strumenti di programmazione finanziaria come il Bilancio partecipativo.

San Sperate Paese Museo! Pur difendendo la tradizione, è necessaria una “scossa” buona che coinvolga nuove risorse umane nel contesto culturale e artistico in cui la comunità vive. Promuoveremo la “bellezza” del nostro fare, del nostro sentire, delle emozioni che potremo condividere.

L’attenzione alla parità di genere e alle opportunità derivanti per la nostra comunità da una politica attenta all’accessibilità dei disabili è dimostrata con la proposta di adozione del Bilancio di genere e con la volontà di dotarsi degli strumenti finanziari necessari per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Siamo particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici e riteniamo inderogabile l’adozione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) e, così come hanno già fatto tante altre municipalità sarde, aderire al Patto dei Sindaci che ci vincoli agli impegni presi. Puntiamo decisamente alla progettazione e realizzazione di Comunità energetiche per ridurre i costi per l’acquisto di energia da parte di cittadini e piccole imprese. Non mancherà l’attenzione al settore dell’agricoltura particolarmente sofferente e la sistemazione di diverse criticità presenti nella Zona Artigianale-PIP Ispinargius.

Secondo il nostro approccio partecipativo, riprenderemo in mano il progetto di viabilità interna affinché possa essere valutato assieme alla popolazione per poi prendere le decisioni più adeguate".

In quali punti ci sarà eventuale continuità rispetto all’amministrazione uscente e in quali le novità?

"Un’amministrazione che subentra ad un'altra non può prescindere dal portare avanti progetti già avviati e finanziati; abbiamo cantieri aperti per il completamento di edifici pubblici che durano da tanti anni e occorre far di tutto per terminarli e rendere le strutture fruibili per la comunità. Ripartire da zero non è saggio, ma ciò non impedisce di valutare, progettare e realizzare ciò che manca.

Ed è qui che marchiamo la differenza rispetto all’amministrazione uscente; la nascita del nostro gruppo è legata al mancato coinvolgimento di vari strati della nostra comunità ai processi decisionali che coinvolgono tutti noi! A livello locale non è più accettabile essere rappresentati da qualcuno senza coinvolgere la comunità, non a San Sperate! noi storicamente siamo partecipatevi, il muralismo ci ha insegnato il senso di comunità, ce l’abbiamo nel sangue! Quel che ci distingue è quindi il metodo! Il processo noi l’abbiamo avviato, il cambiamento è già in atto e i nostri giovani lo completeranno! Noi crediamo in loro!"

Cosa è importante per i cittadini di San Sperate?

"I cittadini di San Sperate devono sapere che oggi un’alternativa è possibile, perché L’Alternativa c’è! Per questo i candidati del nostro gruppo ci hanno messo la faccia! Se i processi partecipatevi fossero stati creati anni fa non ci sarebbe stato bisogno che normali cittadini come noi sentissero l’esigenza di avviare questa rivoluzione culturale.

Nessuno oggi può promettere la luna; non è serio! Assieme, partecipativamente possiamo cambiare questo paese! È la direzione che è importante! È avere una visione del futuro che fa la differenza! Ma non dobbiamo mai scordarci che tutto inizia dalla strada davanti a casa, quando prendiamo una scopa e una paletta in mano e ci mettiamo a pulirla gratuitamente, per amore di San Sperate!"

Ha già in mente un gruppo di governo?

"Al nostro interno abbiamo eccellenti professionalità e competenze che hanno già dimostrato nella vita lavorativa privata di saper far la differenza. Noi lo dichiariamo senza mezzi termini, gli assessorati non verranno assegnati in base al maggior numero di voti che i nostri candidati riceveranno, ma il criterio della scelta sarà legato alle competenze e alla preparazione!

Non abbiamo paura di dire che se mancano alcune competenze al nostro interno, le cariche verranno assegnate a persone non candidate, preparate tecnicamente, adatte per svolgere nel migliore dei modi i compiti assegnati. Il metodo partecipativo ci impone inoltre di creare commissioni assessoriali di supporto al lavoro degli assessori; l’affiancamento consulenziale eleverà così la qualità dei processi decisionali".