Roma, 25 lug. (Adnkronos Salute) - Solo 14 Regioni promosse, nel 2021, per l'erogazione delle cure essenziali, i Lea: Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia Autonoma di Trento, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto. In aumento, comunque, rispetto alle 11 del 2020. In particolare, dal 2020 al 2021 tre Regioni diventano adempienti: Abruzzo, Basilicata e Liguria. Rimangono inadempienti in 7: Campania, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano e Sicilia, con un punteggio insufficiente in una sola area; Sardegna con un punteggio insufficiente in due aree; Calabria e Valle D’Aosta insufficienti in tutte le tre aree. Si conferma anche per il 2021 il gap Nord-Sud: solo Abruzzo, Puglia e Basilicata si trovano tra le 14 Regioni adempienti, peraltro con i punteggi più bassi tra quelle 'promosse'. Questa la fotografia scattata dalla Fondazione Gimbe, che ha effettuato alcune analisi del 'Monitoraggio dei Lea attraverso il nuovo Sistema di garanzia', di recente pubblicato dal ministero della Salute.

L'obiettivo, spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, è "stimare l’entità dell’attuale frattura Nord-Sud nel garantire il diritto costituzionale alla tutela della salute e dei conseguenti rischi della 'sanatoria' proposta dal Comitato Lep", che per l'autonomia differenziata non riterrebbe necessario definire i Livelli essenziali delle prestazioni in quanto già esistono i Lea, "oltre che per valutare la resilienza e la capacità di ripresa dei servizi sanitari regionali nel secondo anno della pandemia".

Ogni anno il ministero della Salute valuta l’erogazione dei Lea, le prestazioni sanitarie che le Regioni devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket. "E' una vera e propria 'pagella' per i servizi sanitari regionali - commenta Cartabellotta – che identifica quali Regioni sono promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e quali bocciate (inadempienti). Considerato che il 2021, come il 2020, è stato segnato dall’emergenza pandemica - precisa - il monitoraggio dell’erogazione dei Lea è stato effettuato dal ministero solo a scopo di valutazione e informazione, senza impatto sulla quota premiale".

Gimbe ha elaborato una classifica di Regioni e Province autonome, sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree. "Rispetto allo status di Regione adempiente o inadempiente - sottolinea Cartabellotta - il punteggio totale enfatizza ulteriormente il gap Nord-Sud: infatti, nei primi 10 posti si trovano 6 Regioni del Nord, 4 del Centro e nessuna del Sud, mentre in fondo alla classifica si collocano, ad eccezione della Valle D’Aosta, solo Regioni del Sud".

La Fondazione ha analizzato, inoltre, le differenze tra gli adempimenti 2020 e quelli 2021, per valutare la graduale ripresa dell’erogazione dei Lea dopo lo scoppio della pandemia. Fatta eccezione per Sardegna e Valle d’Aosta che nel 2021 hanno peggiorato le proprie performance, in tutte le altre Regioni dopo lo “stress test” del 2020, i punteggi Lea sono aumentati, seppur in maniera differente. In Basilicata, Liguria, Lombardia e Calabria di oltre 30 punti; nella Provincia autonoma di Bolzano, Molise, Abruzzo, Campania tra 20 e 30 punti; in Umbria, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Marche tra 10 e 19 punti; in Piemonte, Lazio, Provincia Autonoma di Trento, Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto e Puglia di meno di 10 punti. "Questi dati - prosegue Cartabellotta -documentano da un lato, la netta ripresa di alcune Regioni (Lombardia, Liguria) colpite nel 2020 in maniera molto violenta dalla prima ondata; dall’altro, il parziale recupero di numerose Regioni inadempienti nel 2020, quasi tutte al Centro-Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano), di cui tuttavia solo l’Abruzzo e la Basilicata diventano adempienti nel 2021".

Considerando tutto il territorio nazionale, nel 2021 si registra un netto miglioramento nell’area della prevenzione (+159 punti) e nell’area ospedaliera (+135 punti) - illustra l'analisi Gimbe - mentre al contrario l’area distrettuale nel 2021 fa rilevare un lieve peggioramento (-16 punti). "Il netto miglioramento nell’area della prevenzione - chiosa - non è sufficiente a colmare il crollo (-263 punti) registrato tra il 2019 e il 2020 sia per gli esigui investimenti in quest’area, sia perché il già scarso personale in forza ai dipartimenti di prevenzione è stato impiegato in prima linea nella campagna vaccinale".