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Come affermava Ribet ne La misitica divina “Alle volte è molto grande la difficoltà di discernere il soprannaturale dal naturale…benché la natura abbia le sue leggi fisse e debba riconoscere frontiere che non le è permesso oltrepassare, la imperfettissima conoscenza che abbiamo delle potenze intrinseche degli esseri naturali e delle loro condizioni di azione ci espone a grandi perplessità e inganni riguardo alle autentiche frontiere che dividono e separano i due mondi: il naturale e il soprannaturale”.
Tutto questo ha strettamente a che fare con la vita di tanti santi di cui è ricca la storia della Chiesa cattolica (e non solo), tra cui il nostro conterraneo Ignazio da Laconi. Il più famoso dei cappuccini sardi, vissuto in pieno Settecento, ha mostrato nell’arco della sua vita di essere un uomo pieno di virtù, spesso e volentieri costellate proprio di segni al confine tra il naturale e il soprannaturale. Sono davvero tanti gli episodi a lui ascrivibili, testimoniati in fase processuale da tantissime persone che lo hanno conosciuto: persone colte e meno colte, abbienti e non, appartenenti ad ogni tipo di categoria sociale. Una enorme varietà di personaggi ha potuto testimoniare sotto giuramento di aver assistito a qualcosa che è difficile definire quanto meno “normale”.
È il caso per esempio della figlia del medico dott. Cordiglia, che gravida tra il settimo e l’ottavo mese versava in atroci dolori, tanto che il padre, consultati i suoi colleghi, decise di intervenire chirurgicamente anzitempo. Qualcuno però avvisò fra Ignazio che si presentò prima dell’operazione, e dando da mangiare alla ragazza un uovo sodo e un pezzo di pane, la aiutò poi a sollevarsi per aiutarla a fare due passi. I dolori sparirono all’improvviso, fra Ignazio disse che da lì a un mese avrebbe partorito tranquillamente, e così avvenne. L’équipe dei medici non poté che constatare che tutto si realizzò esattamente come predetto dal frate. Più drammatico fu il caso di Caterina Senis, che dovette subire un intervento di asportazione del feto, dal quale non si riprese e rimase agonizzante. Ormai nessuno aveva più speranze e chiamarono il sacerdote per i sacramenti.
Qualcuno avvisò fra Ignazio che conosceva la signora e si recò da lei. Quando il cappuccino arrivò presso il giaciglio della morente, estrasse una pera dalla manica passandola sulle labbra dell’inferma, la prese per mano e con delicatezza la aiutò ad alzarsi dicendole: “Alzati Caterina, che non hai nulla, e domattina ti troverò a sbrigare le tue faccende”. E così fu. Gli episodi similari sono veramente tanti, ma vale la pena mettere in evidenza un altro aspetto legato a queste vicende, e cioè il fenomeno della profezia, che come dice san Tommaso d’Aquino “è un miracolo intellettuale soprannaturale che abbraccia un duplice elemento: una conoscenza intellettuale soprannaturale e la manifestazione di codesta conoscenza”.
Fra Ignazio ha profetizzato ad un bambino che sarebbe diventato prete, e questo è avvenuto; ad un altro bambino ha profetizzato che sarebbe diventato frate, e si è realizzato; ad un’altra donna aveva rivelato che sarebbe morta dopo il matrimonio, e purtroppo è morta; ai genitori di un bambino morente ha detto che non sarebbe morto e così è avvenuto. Ignazio da Laconi ha mostrato in tanti casi di conoscere per dono divino realtà attuali nascoste e quelle future ovviamente non ancora rivelate.
Tutte queste vicende al confine tra soprannaturale e naturale, sono certamente elementi che attraggono alla fede in Cristo tantissime persone, di ogni estrazione sociale, fedeli e non, anche dopo secoli, poiché la morte non ha posto un termine ai fenomeni legati a fra Ignazio, morto nel 1781, dichiarato venerabile nel 1869, beatificato nel 1940 e canonizzato nel 1951.
Attraverso sogni, apparizioni e altri fenomeni mistici il santo di Laconi ha continuato ad intercedere per le infermità e le tribolazioni di tantissime persone. In tutto questo una curiosità “inspiegabile”. Ogni volta che fra Ignazio è intervenuto per favorire la guarigione di qualcuno ha sempre utilizzato qualche segno legato ad un oggetto materiale spesso diverso e sempre particolare. Ad esempio una volta il basilico, un’altra una pera o un uovo sodo come abbiamo raccontato più sopra, altre volte una cipolla, foglioline di rosa, il suo cordone o il suo bastone, foglie di tabacco, un fico secco, del pane fresco.
Mentre una sola volta è capitato che abbia alitato per tre volte sugli occhi di una ragazza cieca, facendole recuperare la vista. Segni “curiosi” che rimandano certamente ad un legame continuo e difficilmente separabile, tra naturale e soprannaturale, tra umano e divino, operati da un analfabeta, grande sapiente dei misteri divini.