La scelta è obbligata: restare a Sassari e rischiare la vita, o prendere un aereo per curarsi fuori dalla Sardegna. Il viaggio della speranza è rimasto l'unica ancora di salvezza per i malati di cuore del Nord Sardegna che devono sottoporsi ad un intervento chirurgico salvavita.

La situazione in cui versa il reparto di Cardiochirurgia dell'Aou di Sassari è nettamente peggiorata da novembre 2019, ovvero da quando presentai una mozione per denunciare le tempistiche di attesa vergognose e inaccettabili che centinaia di pazienti stanno subendo ancora oggi.

Se all'epoca si doveva attendere oltre due anni e mezzo per una chiamata, oggi per un'operazione al cuore si deve attendere anche di più. Non è pensabile che un reparto in cui si eseguono interventi delicati dai quali dipende la sopravvivenza stessa dei pazienti sia completamente abbandonato a sé stesso”.

 “A Sassari – denuncia Desirè Manca (M5s) – nel reparto di Cardiochirurgia dell'AOU, attualmente, sono disponibili solo sette posti a letto a fronte dei 18 previsti dagli atti aziendali. Posti letto ai quali possono accedere, dopo anni di attesa, i pazienti più fortunati, perché tantissimi altri sono obbligati a partire, e a sostenere costi esorbitanti che talvolta li portano a indebitarsi, pur di potersi curare. Tutto questo non è tollerabile in un Paese in cui la Sanità pubblica deve essere garantita”.

Così la consigliera regionale pentastellata Desirè Manca (M5s) ha presentato una mozione che impegna il Presidente Solinas e l'assessore alla Sanità Nieddu ad attivare nuovi posti letto nel Reparto di Cardiochirurgia dell'ospedale sassarese.

“I pazienti continuano ad arrivare in fin di vita al giorno dell'operazione, le liste d'attesa hanno tempistiche assurde. Ci troviamo in una situazione insostenibile, più volte denunciata dai medici anche in Commissione Sanità. Ma la maggioranza al governo di questa regione si è dimostrata collaborativa soltanto a parole. Per quanto riguarda i fatti e la risoluzione di questa gravissima problematica non è stato compiuto alcun passo in avanti.

Stiamo scivolando in una realtà tristissima in cui chi non ha un reddito alto non può permettersi di accedere ai servizi sanitari, che in questa regione attualmente non sono affatto garantiti. Non si può chiedere ai cittadini di scegliere se attendere di stare peggio, di rischiare di morire o partire. Non si può”.