Cristian Serra, 28 anni, è un giovane di Atzara e ha ereditato dal padre Basilio i segreti e le trame dell’antico mestiere di artigiano del velluto per arginare una crisi che oscura il futuro, attraverso il recupero e la valorizzazione di un “sapere” tradizionale. L’esperienza di un’arte del passato al servizio di un’idea da investire per resistere e reagire. La connotazione identitaria, sapientemente cucita nell’anima dei sardi, suggerisce prospettive di sviluppo in un momento di particolare difficoltà. Sono i ricorsi della storia. Il velluto ha vestito generazione di sardi: l’avvento del jeans coincide con gli anni della crisi del comune tessuto. Il “senso di identità” riemerge negli anni Ottanta: Giovanni Lilliu parla di “costante residenziale”, ossia quel qualcosa di innato che abbiamo dentro il nostro modo di essere. Si recuperano i segnali più identificativi: la lingua, i moduli della tradizione e il vestiario, a cominciare dal velluto. L’antica foggia, grazie a diversi artigiani che aprono bottega, riacquista il suo splendore. L’esempio di Cristian Serra segna il ritorno ai mestieri di un tempo che si conciliano con i tempi che corrono: «Ho raccolto con orgoglio l’esperienza che sostiene da sempre la Sartoria di famiglia. In assenza di prospettive occupazionali, valorizzare ciò che i nostri genitori hanno costruito con fatica e sacrificio può rappresentare una via d’uscita». Cristian lavora senza sosta. Ha cura per le esigenze dei clienti: imbastisce le giacche, rifinisce con attenzione i pantaloni e crea cuciture che ornano e abbelliscono i capi. «Sono grato a mio padre- sottolinea Cristian- per me i suoi consigli sono preziosi come l’oro». La storia della Sartoria nasce nel 1969 quando il giovane Basilio apre il suo laboratorio ad Atzara per poi emigrare al nord, nel 1973, quando è costretto a lasciare a causa della crisi del settore dovuta all’espansione del confezionamento industriale. La nostalgia per la sua terra e per il lavoro sartoriale lo riconducono nell’isola. «Abbiamo contribuito anche noi a una riscoperta dei tessuti tradizionali- racconta Basilio Serra-. Il velluto era solo una prerogativa dei pastori mentre oggi lo indossano anche le altre categorie, dai dottori ai politici. Tutti hanno preso atto della bellezza e della comodità di questo tessuto, ritrovando nella taglio elegante la raffinatezza del vestire». L’antropologo Giulio Angioni ricostruisce il “viaggio” del velluto, approdato in Sardegna attraverso i catalani. Nella seconda metà dell’800 questo tessuto diventa popolare in tutta l’isola, quando si passa dal costume tradizionale a “sa bistimenta”. La scelta di Cristian Serra conferma il valore di una tradizione che fa parte della nostra cultura. Roberto Tangianu