«Dobbiamo essere vicini alla gente, non possiamo permetterci il lusso di togliere il diritto di vivere ai nostri cittadini. Non permetteremo a nessuno di chiudere l'ospedale di Sorgono, combatteremo fino alla fine». Angelino Nocco, sindaco di Meana Sardo, veterinario e presidente della conferenza dei sindaci del distretto sanitario di Sorgono che riunisce 13 comuni, è un fiume in piena. La dichiarazione di Lugi Arru, presidente dell'Ordine dei medici, fatta durante la conferenza provinciale socio-sanitaria accende le polemiche.
 

«POTENZIAMENTO» Secondo quanto dichiarato da Arru i piccoli ospedali andrebbero chiusi, sulla base dei parametri di sicurezza dell'Organizzazione mondiale della sanità. «Non può passare la linea che i piccoli ospedali debbano essere chiusi perché non sono sicuri, a tutela della tranquillità degli operatori. Il corpo medico dell'ospedale San Camillo di Sorgono non ha paura di impegnarsi duramente nel proprio lavoro, ma teme che piano piano non vengano più fornite le attrezzature per operare in sicurezza. Nessuno chiede l'apertura di reparti straordinari, ma è fondamentale che il presidio sanitario del Mandrolisai venga potenziato per fornire la sicurezza e l'assistenza adeguata al personale medico e alla popolazione. Il presidente dell'Ordine dei medici drammatizza - prosegue Nocco-. Arru è originario di Austis, dovrebbe conoscere bene le difficoltà che devono affrontare ogni giorno gli abitanti dei piccoli paesi del centro Sardegna. I medici dovrebbero impegnarsi a tutelare le esigenze dei cittadini e non mettersi di traverso. Non è pensabile che per una frattura un ragazzo di Meana Sardo, ad esempio, debba raggiungere l'ospedale di Nuoro per farsi curare. I reparti di medicina e chirurgia ordinaria possono operare in tutta sicurezza. In questo modo verrebbero smaltite le liste d'attesa».
 

«POLEMICHE INFINITE» Le dichiarazioni del presidente Arru scatenano anche le reazioni del primo cittadino di Desulo, Gigi Litarru: «Basta! Non ne possiamo davvero più di sentire certe cose. Abbiamo accettato lo smantellamento dei reparti di ostetricia e di ginecologia, abbiamo compreso le motivazioni, ma ora ci ribelleremo a qualsiasi altra discriminazione che verrà fatta nei confronti della nostra popolazione. Per raggiungere l'ospedale di Nuoro da Desulo impieghiamo 60 minuti contro i 25 necessari per arrivare a Sorgono. Da noi nascono in media 20 bambini ogni anno. Immaginate cosa significhi affrontare il tragitto per una donna incinta che deve partorire con urgenza. Nessuno ha ancora capito che qui si mette in gioco la salute e la dignità dei cittadini. Provino pure a smantellare l'ospedale di Sorgono, si scatenerà una rivolta popolare. Il San Camillo va immediatamente potenziato sia nei servizi che nel personale. Ben vengano i lavori ristrutturazione, ma a Sorgono abbiamo bisogno, in modo particolare, di personale motivato e competente». 
Roberto Tangianu