In seguito a un poker rifilato agli abruzzesi del Pescara, il Cagliari che poteva vantare giocatori del calibro di Moriero, Oliveira, Bisoli, Pusceddu e Francescoli approda in Europa dopo 21 anni interminabili.

Dal 13 esimo posto alla qualificazione alla Coppa UEFA in un solo anno

Sono cambiate tante cose da quel giugno del 1993, a cominciare dallo stadio, che all’epoca era il mitico Sant’Elia, mentre ora è il provvisorio Sardegna Arena, passando per le ambizioni dei rossoblu, terminando con il nome della competizione europea a cui si qualificò il Cagliari: la Coppa UEFA, ora Europa League. In quella stagione, il Cagliari guidato da Sor Carletto da Roma, arrivando al sesto posto, ribaltò tutti i pronostici delle scommesse sportive e degli addetti ai lavori, anche perché l’anno precedente, il primo di Mazzone in rossoblu, la squadra si era piazzata al tredicesimo posto, a ridosso della zona retrocessione, anche se distanziata di 7 punti. La compagine isolana migliorò nettamente il campionato precedente, riuscendo a conquistare 37 punti, ben 8 in più della stagione 91-92, considerando che non venivano ancora assegnati i tre punti per la vittoria. La squadra di Mazzone aveva nella difesa il proprio punto forte, concludendo il campionato di Serie A come la migliore difesa dietro soltanto ai campioni d’Italia del Milan: Cagliari 34 goal subiti, i rossoneri 33. La solidità era senza ombra di dubbio la forza in più della squadra del presidente Cellino, che non poteva contare su un vero e proprio bomber, ma più che altro su una cooperativa del goal, difatti ben quattro giocatori misero a segno sette reti a testa in campionato, siglando più della metà delle 45 reti totali ottenute dal Cagliari: Francescoli, Oliveira, Pusceddu e Cappioli.

4-0 al Pescara all’ultima giornata: unico risultato per la qualificazione all’Europa

Come già detto, sono cambiate tante cose da quel giugno di 27 anni fa, tante, ma non la passione dei tifosi, che è rimasta invariata e accompagna questi colori su ogni campo d’Italia. Era quello il Cagliari dei tre uruguaiani: Francescoli, Herrera e Tejera e del brasiliano naturalizzato belga “Lulù” Oliveira, un “Casteddu” con tanto potenziale che solo un maestro come Mazzone poteva trasformare in una squadra con degli attributi, solida, che dava del filo da torcere a tutti. In quel Cagliari, giocavano calciatori che hanno poi vinto altrove come Pancaro, passato successivamente prima alla Lazio con cui vinse quasi tutto e poi al Milan, dove vincerà ancora, o ancora Moriero, protagonista con l’Inter della vittoria nella Coppa UEFA ‘97-’98. In quel giugno del ‘93 i rossoblu avevano un solo risultato a disposizione per qualificarsi alla Coppa UEFA e dovevano anche sperare nel passo falso delle dirette concorrenti Torino e Sampdoria. Il Cagliari parte forte e al primo minuto di gioco mette subito le cose in chiaro con Bisoli che sigla l’1-0 e dopo soli quattro minuti al quinto minuto Oliveira ipoteca la vittoria che si farà più larga a fine primo tempo con il goal di Moriero e diventa schiacciante a fine gara con la ciliegina sulla torta di Francescoli. La classifica finale recita Cagliari 37 punti, Sampdoria e Atalanta 36, i rossoblu sono qualificati in Coppa Uefa e entrano in una competizione europea dopo 21 anni, da quando Riva e compagni resero grande quei colori. 

Sono trascorsi quasi 30 anni da quella soddisfazione indelebile per i tifosi del “Casteddu”, molti, forse troppi per una piazza che da sempre è appassionata di calcio e ogni domenica è presente allo stadio per sostenere i propri colori. Cambiano tante cose, i presidenti, i calciatori e gli allenatori, ma la passione per il Cagliari resta la stessa, sia che si gioca al Sant’Elia con Francescoli, sia che si giochi alla Sardegna Arena con Pavoletti.