L'ultimo saluto a Paolo Rossi è stato accompagnato da dolore e commozione per la prematura scomparsa dell'eroe azzurro. Il funerale si è svolto all'interno del Duomo di Vicenza, alla presenza di 250 persone, con milioni di spettatori collegati a distanza e stretti nell'abbraccio virtuale a 'Pablito'. 

Numerose le testimonianze di chi ha avuto il piacere di averlo affianco. Commoventi i messaggi di cordoglio e i ricordi di un uomo che ha fatto breccia nel cuore e nell'anima di tanti. A portare il feretro all'interno del Duomo sono stati proprio i suoi ex compagni, i campioni di Spagna '82: davanti Cabrini e Tardelli, dietro tutti gli altri. Sulla bara la sua amata maglia azzurra.

L'addio di moglie e compagni

Bergomi: "Di quel gruppo vincente Paolo era un simbolo, non solo per quanto è riuscito a fare in campo ma anche fuori. Le sue più grandi doti sono state l'umanità e la disponibilità verso tutti, ma anche la capacità di sorridere. Con lui ho condiviso l'esperienza da commentatori tv nel Mondiale 2006, anche qui era un esempio per la moderazione nei commenti".

Cabrini: "Non ho perso solo un compagno di squadra, ma un amico e un fratello. Insieme abbiamo combattuto, vinto e a volte perso, sempre rialzandoci anche davanti alle delusioni. Non pensavo ti saresti allontanato così presto, ma che avremmo camminato ancora tanto insieme. Già mi manchi, le tue parole di conforto, le tue battute e i tuoi stupidi scherzi. Le tue improvvisate e il tuo sorriso. Mi manca proprio tutto di te, oggi voglio ringraziarti perché se sono quello che sono lo devo anche al meraviglioso amico che sei stato. Io non ti lascerò mai, ma tu stai vicino a tutti noi, come io starò vicino a Federica e ai tuoi figli. Ma tu resta vicino a me".

Altobelli: "Noi abbiamo una chat dove ci sentiamo tutti i giorni. Parliamo e discutiamo. Era da un po’ che non lo sentivamo e ho scritto qualcosa per farlo intervenire ma nemmeno in quel caso rispose. E' in quel momento che abbiamo avuto conferma della notizia della malattia. Avevamo sentito voci e speravamo che non fossero vere. La moglie ci ha raccontato dei suoi ultimi momenti. Ci ha detto che gli ha stretto la mano e la invidio perché volevo essere lì con lei".

Maldini: "Non mi aspettavo della malattia, i ricordi sono tanti, sono legati alla mia infanzia. Ero un quattordicenne quando ci ha fatto vincere il Mondiale, è stato un mio compagno quando avevo 17 anni, mi ha accompagnato tante volte anche a casa, perché non avevo la patente e mi portava a casa dandomi un sacco di consigli".

La moglie Federica: "Questo grande affetto per Paolo che ho percepito è la dimostrazione di quanto fosse amato da tutto il mondo. Era la persona di tutti, ben disposto a darsi, era un generoso. Mi ha fatto piacere che ci sia stato questo grande ritorno. Paolo era grande nella quotidianità fatta anche di cose semplici, di grandi valori e insegnamenti. Una persona che amava la famiglia, la casa".