Andrea Cossu è uno dei leader della squadra. Silenzioso forse, visto che raramente parla al di fuori dello spogliatoio. L'ha fatto oggi sulle colonne de 'La Gazzetta dello Sport'.

Ecco alcune delle sue parole: ''Siamo gli stessi, ci conosciamo a memoria e partiamo motivati. Questa squadra ha una storia che nessuno può scalfire: quel che abbiamo provato l’anno scorso, senza campo e senza tifosi, è stato e rimane devastante. Da nomadi abbiamo fatto un’impresa. Mi ritengo fortunato. Gioco nella squadra che amavo da bambino. L’ho seguita anche quando giocavo altrove. Penso a lavorare e a farmi trovare pronto quando il mister chiama. Ho superato l’infortunio al piede e per la Fiorentina sono a disposizione. Andiamo al “Franchi” a testa alta''.

Cossu parla poi della squadra: ''Quanto vale il Cagliari di Lopez? Tanto. Però, dobbiamo sempre migliorare, Le idee del mister sono chiare a tutti. Durante il precampionato, siamo cresciuti come collettivo e individualmente. Lo si è visto dalla qualità del gioco. Che sensazione ho dopo le prime due giornate? Con l’Atalanta siamo partiti bene e col Milan il pareggio ci stava. Ma l’importante è tornare presto al Sant’Elia. Noi speriamo di giocare in casa nostra il 21 con la Sampdoria. O almeno, il 29 con l’Inter. Un desiderio? Sì. Vorrei avere meno infortuni anche per essere più continuo''.

Finale con due suoi compagni di squadra: ''Se Sau e Murru sono da maglia azzurra? Marco a San Siro ha fatto un gol da antologia. Nicola a 19 anni è una realtà. Cos’altro devono fare per andare in nazionale?''.