E' nato, cresciuto e maturato a Cagliari. Poi un volo sofferto ma voluto, Elmas-Linate, per inseguire un futuro radioso e provare a fare il grande salto: da quando è approdato a Milano per vestire la maglia dell'Inter, Nicolò Barella si è gradualmente imposto dapprima come uno dei migliori centrocampisti d'Italia, poi come uno dei migliori giocatori d'Europa. Il talento acerbo e la condotta un po' indisciplinata dei primi tempi sono un lontano ricordo: oggi Barella è un centrocampista completo, leader in mezzo al campo, uomo di corsa e tecnica a disposizione dei compagni.

Evoluzione

Certo, il carattere fumantino e di difficile gestione non è del tutto svanito. E pensare che ai tempi di Cagliari lo ribattezzarono ironicamente “Radiolina” per la sua scarsa loquacità e la timidezza degli esordi fra i grandi. Talvolta eccessivamente gesticolatore, a momenti facilmente irascibile, ma col pallone fra i piedi diventa un punto di riferimento per i compagni. Ieri a Monaco di Baviera una delle migliori prestazioni in carriera, che ha permesso all'Inter di espugnare l'Allianz Arena, laddove in Europa nessuno era riuscito negli ultimi quattro anni.

Notte da sogno in Baviera

Il successo dei nerazzurri è in buona parte griffato Barella. Chilometri su chilometri, sangue freddo quando la palla scotta, recuperi e smistamenti: tutto il repertorio del fuoriclasse cagliaritano in novanta minuti ad alta intensità. Così lo incorona la Gazzetta dello Sport: "8. Il migliore. Questa entra nella top 3 delle migliori prestazioni della sua carriera. Esemplare in ogni giocata, una sicurezza tecnica quasi abbagliante".

E', se ancora ce ne fosse bisogno, una di quelle notti che accendono i riflettori sul giocatore. Quanto vale oggi Nicolò Barella? Difficile quantificare in numeri, anche perché sia società che giocatore sembrano non avere nessuna intenzione di separarsi, ma, viste le cifre del mercato odierno, è facilmente ipotizzabile un valore di mercato a 9 cifre (dai 100 milioni in su, per intenderci).

Sangue caldo di Sardegna

“Chighírra” isolana, senso della posizione e intelligenza tattica, un mix di qualità al servizio della squadra. E adesso sogna la storia con la sua Inter: i meneghini sono in corsa su tutti i fronti, primi in campionato, semifinale di Coppa Italia (1-1 all'andata nel derby milanese), e ai quarti di Champions League (1-2 in Baviera). Un percorso netto il cui finale è ancora tutto da scrivere, e per trovare gloria e successo tanto passerà dai piedi e dalla testa del 28enne scuola Cagliari.

Cagliari Primavera campione: Barella tifoso speciale

Il “day after” del successo di Champions a riposo? Neanche per sogno: non ha perso l'occasione, Nicolò Barella, per andare a supportare la Primavera del Cagliari, che proprio a Milano ha battuto i cugini del Milan in finale di Coppa Italia. Nel post partita il centrocampista sardo è sceso in campo, affiancato dal presidente Giulini, per complimentarsi coi giovani talenti del vivaio rossoblù.

"Avete fatto la storia - ha detto rivolgendosi a tutto il gruppo -. Io ci ho provato tanti anni ma non ce l'ho fatta. Sono contento per tutti voi, avete realizzato uno dei miei sogni che era quello di vincere una coppa con questa maglia". Giulini interviene: "Guarda, te la regalo", e gli concede la sua medaglia mettendogliela al collo.

Un rapporto speciale lo lega ad alcuni di loro, su tutti il capitano Vinciguerra (a segno nello storico successo), ma l'amicizia trascende il rettangolo da gioco: "I consigli di Barella? Parliamo poco di calcio quando siamo insieme - conferma Vinciguerra - ci vediamo nei giorni liberi e nelle vacanze".