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Sono solo tre i rappresentanti italiani su 50 calciatori preselezionati per la corsa al Pallone d'Oro 2013. Solo Buffon, Pirlo e Balotelli a difendere il calcio italiano nella lotta all'ambìto premio istituito nel 1956 dalla rivista sportiva francese 'France Football', che viene consegnato nel mese di dicembre al calciatore che più di tutti si distingue nell'anno solare. Se fino al 2006 il riconoscimento era riservato ai calciatori che militavano nei campionati UEFA, dall'edizione 2007 in poi possono concorrere calciatori militanti in qualsiasi club della FIFA.
Gli italiani ad aver vinto il premio fino ad ora sono 5: l'oriundo Omar Sivori, Gianni Rivera, Paolo Rossi, Roberto Baggio e Fabio Cannavaro. Una buona tradizione, dunque, arricchitta anche dalla presenza di numerosi giocatori stranieri che vinsero anche più di un Pallone d'Oro giocando in Italia come Michel Platini, Zizou Zidane e Pavel Nedved (Juve), Ruud Gullit, Marco Van Basten, Geroge Weah, Andrij Sevcenko e Kakà (Milan). Lothar Matthaus e Ronaldo (Inter).
Da noi, lo sappiamo bene, la qualità non è mai mancata, e vedere solo tre dei nostri nel gruppone che verrà poi ampiamente scremato dai giudici mette un po' di tristezza, anche in considerazione del fatto che son ben poche le possibilità di andare avanti per i nostri tre alfieri. Nel tempo dei vari Messi, Ribery, Ronaldo e Robben non troviamo più spazio a sufficienza. I nostri club faticano in Europa incapaci di offrire un'alternativa valida al dilagante calcio spagnolo e al frizzante calcio tedesco.
La Serie A non è più il sogno dei grandi e a poco serve che la Nazionale stringa i denti ai Mondiali o agli Europei. Una superficiale gestione dei giovani, relegati in panchina, nelle serie minori o, peggio ancora, mandati all'estero e lì dimenticati, impedisce loro di crescere in fretta e le prospettive per il futuro sono sempre un'incognita. I soldi non arrivano e le società traballano di debiti. Siamo ancora fucina di campioni, che però appena possono scappano via in cerca di sicurezze che non possiamo più garantire.