Massimo Cellino esce un'altra volta allo scoperto. In un'intervista a La Gazzetta dello Sport parla della situazione stadio che non sembra certo rosea, con la possibilità di traslocare a Livorno. Ecco alcune delle sue parole:

''Chiunque arriva al Nereo Rocco ci fischia e insulta. Offendono i Quattro mori eppure giochiamo in casa. E non si tratta di un gruppetto di ultrà. La verità? Forse siamo diventati un peso ovunque. Siamo gli zingari d’Italia. Viviamo una situazione assurda e insostenibile. A Trieste non torniamo: ho i giocatori sul piede di guerra. Se non giochiamo al Sant’Elia per il Catania il 19 ottobre, piuttosto andiamo a Livorno''.

''Qual è la situazione del Sant'Elia? È tutto o quasi fermo. Dopo tanti buoni propositi e tanta gente in fila che giurava di avere a cuore il futuro della squadra e della tifoseria, si va al rallenty. E qualsiasi cosa accada, per coprire magagne e lentezze, diranno che la colpa è mia, perché sono arrogante e non ho pazienza. Intanto, prendono in giro i cittadini. Le regole per sicurezza e ordine pubblico vanno rispettate? Sì, ma senza cavilli. Proprio come è successo all’Is Arenas di Quartu: ci chiedevano una porta in più, gli estintori di qua, la cabina di là e noi abbiamo eseguito. Sappiamo come è andata a finire. Al Sant’Elia la solfa è simile: venerdì abbiamo portato i progetti in Commissione. È stata chiesta una variante. I miei tecnici e i miei legali hanno accettato: li ho presi al collo, significa che una volta apportata la modifica, si perdono altri due mesi e si riparte da capo.''.

''Se col Catania si gioca o no? Non ne sono sicuro. Ma una cosa è certa: dobbiamo puntare ai sedicimila posti. Altrimenti, siamo fregati. Come va col Comune? Sono fiducioso ma c’è chi vuole metterci i bastoni tra le ruote. Se non sono simpatico, attacchino me. Ma la squadra e i tifosi hanno il diritto di vedere la fine del pellegrinaggio. A Trieste non torniamo. Forse, accetto l’invito a Livorno del dottor Cardona: il prefetto ci accoglierebbe a braccia aperte. Come sarebbe? È stato passato il limite. Sarebbero andati via in tanti se non avessero avuto certezze sullo stadio. I giocatori firmano il contratto per giocare a Cagliari. C’è una segnalazione all’Associazione calciatori, potrebbero scioperare''.

''I giocatori Sono esasperati, li capisco. Da un anno e mezzo avanti e indietro in aereo, tra alberghi e ristoranti, senza tifosi né incasso, buttando una valanga di denaro: una trentina di milioni tra Is Arenas e Sant’Elia. Tutto questo è folle. Anche perché mi sono fatto anche tre mesi di prigione. E magari dicono che strumentalizzo i giocatori''.