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Conferenza stampa show quella andata in scena questa mattina al centro sportivo di Asseminello. Protagonista è stato il Direttore Sportivo del Cagliari Marcello Carli, in sella da una ventina di giorni, molto carico nello spiegare il momento che sta vivendo la squadra rossoblù. L’impressione è che se la squadra ci metterà anche solo la metà della grinta e della passione che impiega il Direttore per parlare del Cagliari, la squadra potrà tranquillamente salvarsi.
Il Ds, d’accordo con la società, ha indetto questa conferenza stampa straordinaria per mettere ordine rispetto alle ultimi vicissitudini in casa rossoblù. Prima delle domande dei giornalisti presenti, l’ex Empoli ci ha tenuto a precisare: “Visto il momento, si è deciso di fare questa conferenza stampa straordinaria. Vogliamo fare chiarezza sulle voci venute fuori questi giorni perché la sincerità paga sempre. Voglio spiegare quel che è successo in questi giorni. Perché Lopez è ancora sulla panchina del Cagliari? Non nego che dopo la partita con la Samp siamo rimasti scioccati. L'ho detto anche ai ragazzi. Lunedì col presidente abbiamo fatto delle valutazioni e abbiamo deciso di andare avanti tutti insieme. Prendendoci ognuno di noi le proprie responsabilità, io in primis. Questa è la nostra linea. L'altra linea (quella dell’esonero del mister, ndr) sarebbe stata più complicata. Mister Lopez ha grande sentimento per questa squadra e andremo avanti con lui. Questa è la nostra linea. Poi si vedrà. Qua nessuno deve scappare, tutti devono metterci la faccia, io in primis. Appello ai tifosi? Non va fatto, siamo noi sul campo che dobbiamo trascinarli. Se giochiamo come a Genova possiamo solo chiedere scusa. Sta a noi trascinarli. Abbiamo il nostro destino in mano, sappiamo che abbiamo un calendario difficile, ma non siamo morti. Noi staremo da oggi in ritiro per preparare la partita fondamentale con la Roma. Ripeto, la gente va solo trascinata".
L’arringa del Ds toscano prosegue: “A Genova ho già detto che partita brutta abbiamo fatto. Io sono arrivato dopo Verona. Contro l'Udinese abbiamo vinto con grande cuore e soffrendo abbiamo preso i 3 punti. A Milano siamo andati in condizioni difficili e col Bologna la partita è stata fatta. Solo Genova è andata come non ci aspettavamo. E ci ha scombussolati un po’ tutti. Noi siamo dentro la corsa salvezza e ne siamo consapevoli. Dopo aver toccato il fondo ora dobbiamo rialzarci. Io sono qui per dimostrare a tutti che insieme salveremo il Cagliari. In qualche modo la nave la porteremo a casa. In ogni caso noi non abbiamo parlato con nessun allenatore. Questo è sicuro, è la mia parola. La nostra strada è stata scelta. Io credo in questo gruppo. È come se fossi qui da 15 anni. Il nostro mister saprà tirare fuori da tutti i ragazzi le energie giuste per salvarci".
Carli parla della condizione generale della squadra: “La realtà è che siamo fragili. Ora bisogna prendersi tutti le proprie responsabilità. Sappiamo cosa rischiamo e dobbiamo avere l'orgoglio di venirne fuori. Ora bisogna guardare avanti e non indietro. Poi ci sarà tempo per le valutazioni. Anche la questione Joao Pedro ha pesato. E altri motivi, compresi gli errori fatti. Ma non voglio giustificare nulla. Io so che la società ha investito, anche se io non c'ero. E Pavoletti, la cifra del suo acquisto, lo conferma. La società vuole crescere, e io sono venuto qua per questo. Ripeto, questi sono discorsi che ora non c'entrano nulla. Guardiamo avanti. A queste prossime tre partite. Il nostro limite è ora psicologico. Perché gli errori fatti a Genova sono stati troppo grossi per essere errori tecnici. Ora però servono ragazzi che entrino in campo domenica in maniera quasi folle, con la consapevolezza di fare qualcosa di straordinario. Siamo convinti che questa è la strada giusta”.
Il Ds poi ricostruisce passo per passo le ore immediatamente seguenti alla disfatta contro la Sampdoria: “Quello che succede dentro lo spogliatoio non lo dirò mai. Noi non siamo qua a prendere schiaffi e basta. Io difenderò sempre i miei ragazzi. Sono venuto 20 giorni fa, ma ritornerei ancora oggi. Le punizioni per i giocatori dopo le squalifiche di Genova? C'è un regolamento interno e lo rispetteremo. Ma se non ci sono Cigarini e Castan giocheranno altri, nessun problema. Io domenica sono tornato a Cagliari con la squadra e poi lunedì mattina sono ripartito per Milano per incontrare il presidente. E al mister l'avevo comunicato questo. Dopo aver deciso col presidente Giulini di andare avanti con Lopez l'ho chiamato e gli ho chiesto se aveva la forza di andare avanti. Tutto qua. Il ritardo di comunicazione della conferma di Lopez? All'interno della squadra è stato chiaro in tempi brevi. Com'è andata ve l'ho raccontato. Questo è quello che è stato fatto. Non c'è stata nessuna confusione. Non c'è confusione in società. C'è una linea e questa sono convinto che paghi. Altrimenti, vedremo. Il presidente è molto partecipe, è deluso, nell'anno dove ha investito di più. Ma è normale. Io non voglio difendere il presidente perché è in grado di farlo benissimo da solo. Anche lui si aspettava un'annata con meno difficoltà”.
Infine, la chiosa finale: “L'importante è essere credibili. E io voglio che voi sappiate che sono sincero, seppur nella mia veracità. Io ora sono qua a gestire questa situazione. Ripeto che non c'è confusione. Poi la nostra linea può piacere o meno, ma non c'è confusione. Tra 20 giorni facciamo un bilancio, magari anche col presidente. Io sono venuto qua in questa situazione perché sono stato convinto fin da subito, sarò sbagliato, ma sono fatto così. Mi è piaciuto tutto fin da subito qua. Di mercato e altre cose ne parleremo più avanti. Ora non serve a nulla. Ho fatto un anno di contratto e basta. Poi a fine anno vedremo se andare avanti o meno. Ho sempre fatto così. I contratti lunghi non servono a niente. Per allenatori e per Direttori. Ho mille idee per il futuro, ma ora le idee non servono. Serve stare vicino alla squadra”.