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Quando la critica e la frustrazione sportiva sfociano in violenza e intimidazione nei confronti di un atleta non c'è niente che possa giustificare simili episodi. Non resta che prendere consapevolezza che la strada da fare per una più pulita rieducazione sportiva sia ancora lunga. L'ultimo caso è quello di Alvaro Morata, attaccante della Juventus e della Nazionale spagnola all'Europeo.
Il centravanti iberico non sta passando un momento felicissimo: seppur a segno in una delle partite del girone fatica a trovare la via del gol. Complice delle prestazioni sottotono probabilmente una condizione psicologica precaria, dovuta appunto alle eccessive critiche, ma soprattutto ad alcune parole di troppo, che vanno oltre l'aspetto sportivo.
E' stato lo stesso Morata a sfogare la propria angoscia ai microfoni della radio spagnola Cope: "Ho passato nove ore senza dormire dopo il match con la Polonia. Ho ricevuto minacce e insulti alla famiglia, 'speriamo che muoiano i tuoi figli'. Però sto bene, qualche anno fa sarei stato molto peggio", ha rivelato.
"Forse - ammette - non sto facendo il mio lavoro come dovrei, ma la gente dovrebbe mettersi al mio posto e capire cosa significhi ricevere minacce. Io quando arrivo in albergo metto via il telefono, ma la cosa che mi infastidisce è che dicano queste cose a mia moglie e ai miei figli allo stadio".
"Oggi augurano la morte, ma se dovesse succedere qualche tragedia diranno tutti che era un bravo ragazzo", conclude.
Foto Alvaro Morata