Carlo Tavecchio non è più il presidente della Figc. Le pressioni degli ultimi giorni, divenute insostenibili, hanno convinto il dirigente a fare un passo indietro.

Queste le parole dell'ormai ex presidente in conferenza stampa: "Ho rassegnato le dimissioni e ho chiesto quelle del consiglio federale, ma nessuno le ha rassegnate assieme a me: sono rimaste le mie. Credo che siamo arrivati ad un punto di speculazione che ha raggiunto limiti impossibili". 

"Dopo otto giorni dalla tragedia mondiale del calcio italiano sono stato portato ad accettare le dimissioni per un atto politico e per affermare l'assoluta indipendenza della Federcalcio da chicchessia. Carlo Tavecchio non faceva il presidente per interessi personali. Noi riverenze non ne facciamo a nessuno perché viviamo di mezzi e sussistenze proprie che mantengono il sistema".

E ancora, rivolto ai giornalisti: "In questi giorni volevate in panchina il grande nome per scrivere pagine, ma i grandi allenatori sono tutti impegnati e nessuno è riuscito a mettergli in bocca che non sarebbero venuti a sostituire Ventura se fosse rimasto Tavecchio. E' una falsità totale".

"Oggi, definitivamente, ho avuto la sensazione di non avere sostegno dalla mia componente. Non ho pensato un istante: mi sono dimesso. Ho chiesto le dimissioni dal consiglio per un atto politico, non certamente per un atto sportivo".

"Carlo Tavecchio paga per aver scelto Ventura. Abbiamo perso la qualificazione a un mondiale, Sono disperato per questo come persona più che come presidente federale. Ma un atto di debolezza di un emozione diventa una tragedia. Questa è la filosofia di un popolo? Se quel palo che abbiamo preso fosse entrato Carlo Tavecchio sarebbe stato un campione? Questa politica, questa amministrazione dello sport non può andare avanti così".