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Davide Astori non sarebbe morto nel sonno e forse si sarebbe salvato se avesse condiviso la camera con qualcuno che poteva dare l’allarme.
E’ quanto riportato dal Corriere della Sera e sostenuto dai periti del capitano della Fiorentina, morto il 4 marzo scorso nella camera di un albergo di Udine mentre si trovava con la squadra. Il calciatore, 31 anni, aveva giocato nel Cagliari dal 2008 al 2014.
Come si legge su corriere.it, i professori Carlo Moreschi e Gaetano Thiene hanno consegnato in questi giorni i risultati della perizia sulla morte di Davide Astori. Mentre inizialmente si era detto che il suo cuore aveva rallentato il battito fino a fermarsi, bradiaritmia, ora i due esperti parlano di ‘tachiaritmia’ , “di accelerazione improvvisa dei battiti, di un cuore andato a cento all’ora senza dare scampo all’atleta. Cioè, esattamente l’opposto dell’ipotesi iniziale. E si dice anche che si sarebbe trattato del primo episodio violento di una patologia mai manifestata in precedenza. Primo e ultimo sintomo della malattia”.
Secondo i periti, se qualche compagno fosse stato in stanza con lui, Astori si sarebbe potuto salvare.