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Dopo l’ufficializzazione arrivata in tarda mattinata, Diego Lopez si è presentato alla stampa nel tardo pomeriggio alla Sardegna Arena, in compagnia del presidente Giulini. Un Lopez determinato e schietto, molto contento e orgoglioso di questa nuova opportunità. Il tecnico uruguaiano ha esordito così: “Non ho nessun timore. E’ un grande e bella responsabilità. Questa squadra non è una squadra qualsiasi per me, ma è importante in tutti i sensi. Quando sono stato chiamato ho detto subito sì perché è un orgoglio per me sedermi su questa panchina. E’ una bella possibilità, per continuare ad essere legato a questa squadra e questa terra. Quando ero a Bologna e Palermo seguivo sempre il Cagliari. Ho preso l'aereo e sono venuto subito. Pressione? È bella, mi mancava. Mi piace. Stare qui e allenare qui è bello. È una piazza ambita e per me lo è ancora di più”.
Il presidente Giulini ha spiegato come si è arrivati a questa scelta: “Domenica sono andato via alla fine del primo tempo della partita col Genoa con l'idea di cambiare. Carlo Catte (l’Amministratore Delegato del club rossoblu, ndr) ha chiamato Diego domenica stessa e lunedì ci siamo incontrati a Milano. Abbiamo chiacchierato tutta la giornata e poi ci siamo visti anche ieri sera a cena e oggi siamo qui. Lopez prima scelta? Gli altri non erano diversivi. Non sono stati fatti incontri per prendere in giro nessuno. Lopez, ripeto, è la prima scelta, ma è doveroso per una società incontrare anche altri allenatori, per capire cosa offre il mercato. E gli altri incontri ci hanno fatto capire che è stata una scelta giusta. Il mister è un allenatore completo che conosce l'ambiente. Lo conosco da tempo, avevamo provato anche a portarlo a Olbia ma il mister aveva altre aspettative”.
Il tecnico parla poi del primo approccio con la squadra: “Ho visto la squadra in questo campionato. Ho una mia idea è avrò la conferma in questi giorni che però tengo per me. Una cosa è vederla da fuori e una cosa è vedere l'allenamento. Si capiscono molte altre dinamiche. Oggi ho visto un grande allenamento fatto dai miei. Questo ritmo però va mantenuto. Quando c'è un cambio in panchina c'è sempre il cambio di passo, ma ora è importante mantenerlo. E quello starà a me e al mio staff. C'era tanta voglia di far bene, si vedeva. Questa squadra può rialzarsi. Non è una situazione drammatica. E l’ho detto anche ai ragazzi. Bisogna guardare a ciò che si è fatto e migliorare per raggiungere la salvezza. Tutti dobbiamo dare qualcosa in più. La Lazio? Ne riparliamo sabato”.
Il presidente Giulini ha parole d’elogio per Massimo Rastelli: “Anche pareggiando non avrei confermato il mister. Avevo già deciso il cambio. Sono stati due anni belli e intensi con Rastelli. Abbiamo vissuto momenti in cui eravamo io e lui soli contro tutti e li abbiamo sempre superati insieme. Abbaino vinto un campionato. Abbiamo passato tante giornate meravigliose insieme. Le storie di Melchiorri, Pisacane, Dessena, Han e Barella rimarranno. Non posso che ringraziarlo, a lui e al suo staff. Spero ora si apra una lunga pagina con Lopez. Pensavo che questa squadra non potesse più migliorare e così ho cambiato”.
Lopez poi parla di quanto è cambiato rispetto alla prima volta che è stato qui da allenatore: “Dall'ultima volta sono passati due-tre anni. Ho fatto altre esperienze. Sono cresciuto e ho anche i capelli bianchi. Si migliora sempre. Come allenatore ho fatto un percorso. Ho allenato i ragazzini, poi la Primavera e, infine, la prima squadra in un momento difficile. Anche l‘altra volta era una situazione complessa, ma non è la stessa di oggi. Ero giovane e avevo una grande responsabilità. Oggi ho un vissuto diverso alle mie spalle. Sono stati due anni positivi a Cagliari. A Bologna, invece, non era un bel periodo a livello economico per il club, ma abbiamo fatto una squadra competitiva per la B. A Palermo, fine, non è stata positiva, ma per me lo è stata perché ho tratto tutto quello che di buono potevo trarre”.
Giulini ha fatto un cenno allo staff del mister Lopez, a Zola e al ritorno al passato: “Lopez ci ha chiesto di lavorare con un suo secondo e un collaboratore e quindi ecco l'addio di Rossi e Legrottaglie. Sul resto dello staff spetterà al mister capire cosa sarà più funzionale per lui. Zola? Con lui non ne abbiamo mai parlato di Lopez. Mi sono scusato con lui per essermene andato a fine primo tempo. Ma non ha commentato questa decisione. Anche per rispetto di chi c'era in panchina. Il ritorno al passato? La gente di valore torna sempre, ma io sono sempre proiettato al futuro. Per me è importante che questa società migliori. I vari ritorni hanno motivazioni diverse. La qualità, il valore e l'attaccamento della maglia fa la differenza. I tifosi? Io sono il primo tifoso del Cagliari e sono deluso quanto loro. Decido sempre per il bene del Cagliari e Lopez penso sia l'uomo giusto. Io sono positivo. Spero che i tifosi lo siano tanto quanto me. Abbiamo bisogno di loro. Avremo due sconti diretti fondamentali e non possiamo perderli. Speriamo di avere il loro sostegno. Da Lopez mi aspetto la salvezza e qualcosa che duri più a lungo del precedente corso per migliorare sempre di più”.
Infine, la chiosa del tecnico: “Voglio trasmettere a questa squadra la grinta e la voglia. Bisogna avere coraggio, grinta, determinazione e bisogna guardare avanti senza timori. Bisogna essere compatti. Cercheremo di giocare a calcio. Bisogna riportare la gente accanto a questa squadra. C'è bisogno del sostegno di tutti, ma è la squadra che se lo deve meritare. I tifosi bisogna sempre incoraggiati con i risultati. Non sempre si può vincere, ma noi tutti vogliamo vedere una squadra grintosa e che non molla mai. Questa è una squadra che ha qualità e possiamo fare tanto”.