Dilly-ding dilly-dong! Dilly-ding dilly-dong! La campanella suona all’impazzata in Filbert Way, sulla sponda destra del River Soar, a Leicester (UK), dove a partire dallo scorso settembre e fino a stasera si è scritta la storia del calcio britannico.

Un evento da raccontare, roba da matti, roba da non crederci.

“Go foxes!”, “Forza volpi!”. Ha iniziato ad incitarli tutto il mondo i terribili ragazzi di Leicester, man mano che il miracolo sportivo si compiva e la classifica della Premier League, massimo campionato calcistico inglese, palesava l’allucinante realtà di una provinciale in testa sempre più sola, sempre più in alto.

Una storia d’altri tempi, come il Cagliari di Riva, non foss’altro che i tempi, in questo caso, sono i nostri. Il Leicester di Vardy e Drinkwater, Mahrez, Okazaki e Morgan ha affondato il proprio gioco nelle viscere del calcio milionario degli sponsor, degli sceicchi e dei diritti tv imponendo la logica del “clean shet” e dell’umiltà predicata dal profeta Ranieri.

Sì, Claudio Ranieri, che in Italia aveva raccolto tanto scetticismo  e sulle cui capacità i più avevano fatto ironia. Di lui, Oltremanica, si dice un gran bene e mentre lo showman per eccellenza del calcio moderno Josè Mourinho lasciava Stamford Bridge dalla porta di servizio, Ranieri The Thinker suonava la carica ai suoi trasformando ogni intervista e ogni conferenza stampa in un cabaret sportivo divertente e originale tra curiosi aneddoti sulla vita di spogliatoio e spiritose osservazioni sulle partite giocate.

“Dilly-ding dilly-dong! Dilly-ding dilly-dong! Lo dico sempre per svegliare i miei ragazzi”, aveva raccontato il mister alla stampa simulando il suono di una campanella. Dilly-ding dilly-dong, foxes… svegliatevi! Tutto questo non è un sogno! Chapeau.