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Nella notte è morto Giampiero Boniperti, presidente onorario della Juventus, di cui è stato una bandiera. È spirato a Torino per una insufficienza cardiaca. Avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 4 luglio. I funerali si svolgeranno nei prossimi giorni in forma privata per volere della famiglia.
"Alla Juve posso fare solo un augurio: continuare a vincere perché, come sapete, rimane sempre l'unica cosa che conta...", aveva raccontato all'Ansa, con una lettera scritta di suo pugno per i suoi novant'anni. Quella frase, "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta" è il marchio di fabbrica della Juventus, un mantra e un monito, allo stesso tempo, per chiunque indossi la maglia bianconera. Giampiero Boniperti quella casacca l'ha portata per 444 partite. Eppure, quando era bambino si sarebbe accontentato - aveva raccontato qualche tempo fa - di portarla "una volta, per essere felice per sempre", come ricorda oggi l’Ansa.
Nel club bianconero era arrivato a 17 anni, pagato 60mila lire fifty fifty tra la squadra del suo paese, Barengo (Novara), e il Momo che l'aveva tesserato. Ne è uscito 48 anni dopo, quando ha lasciato la presidenza effettiva della Juventus. Da presidente, lasciava lo stadio alla fine del primo tempo, e seguiva alla radio il secondo.
Dei tantissimi calciatori di grido che ha portato alla Juventus, due tra i più amati sono stati Scirea e Del Piero; alla Juve ha fatto venire, dal Milan, un giovane Giovanni Trapattoni con il quale ha condiviso dieci stagioni con i primi successi internazionali.
Di vittorie e soddisfazioni alla Juventus ne ha avute tantissime: cinque scudetti da giocatore, nel 'Trio magico' con Charles e Sivori, tutti i trofei possibili, in Italia e nel mondo, nel suo ventennio da presidente.