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In queste ore in casa Cagliari, dal momento dell’ufficializzazione delle cifre che hanno portato Leonardo Pavoletti al Cagliari, è tornato alla mente di tutti un nome, quello di Fabrizio Cammarata. L’ex attaccante del Cagliari ha vestito la maglia rossoblu per tre stagioni e mezza, dal 2000 al 2003, e da ben 17 anni era ancora lui a detenere il record di giocatore più pagato della storia del club sardo. Prima di Pavoletti, appunto. Il presidente Cellino lo pagò allora dal Verona circa 14-15 miliardi di lire, l’equivalente, più o meno, di 7-8 milioni di euro di adesso. La redazione di SardegnaLive ha voluto raccogliere in Esclusiva il parere proprio di Cammarata, che nel frattempo è diventato allenatore, e dopo alcune esperienze nel settore giovanile del Pescara, da inizio 2017 è volato in Russia per diventare allenatore del settore giovanile del Terek Grozny. Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Fabrizio, innanzitutto auguri per il compleanno. Che effetto fa oggi non essere più il giocatore più costoso della storia del Cagliari? Sono passati ben 17 anni.
“Dai sono contento. Finalmente, dopo così tanto tempo. Non che mi importasse più di tanto, è ovvio, però sono contento più che altro perché il Cagliari ha preso proprio un gran bel giocatore, l’uomo giusto per sostituire Borriello”.
Che ricordi hai dell’esperienza in Sardegna? Ci sono dei rimpianti?
“Ho grandissimi ricordi dell’esperienza in Sardegna. Una grande piazza, una piazza storica, bellissimi ricordi davvero, nonostante magari l’esperienza calcistica sia stata caratterizzata da luci e ombre. Cosa non ha funzionato? Mah, varie cose, forse non sono sempre riuscito ad esprimermi al meglio, ma certamente ho sempre dato il massimo. Il primo anno è stato comunque positivo, poi forse le cose non sono andate come tutti credevano. C’era tanta aspettativa anche grazie ai soldi spesi per me dal presidente Cellino, ma certamente da solo non potevo vincere. Alti e bassi, ma sono comunque contento così. Io in Sardegna torno tutti gli anni, ho tanti amici ancora lì e nonostante tutto tanti ci sono tifosi che mi vogliono bene. Avrò sbagliato anche alcuni gol, è vero, ma nel calcio ci sta, ho sempre dato tutto, ho giocato anche da infortunato per la maglia e non ho rimpianti”.
Cosa ne pensi di questo Cagliari? Alla luce anche dell’acquisto di Pavoletti dove può arrivare questa squadra?
“Secondo me, nonostante le due sconfitte, con Juventus e Milan non ha fatto male, anzi. E’ chiaro che l’avvio era proibitivo. Ora, con l’arrivo anche di Pavoletti, può fare ancora meglio. Anche per il ragazzo sarà importante dopo Napoli trovare un pronto riscatto per tornare quell’attaccante ammirato col Genoa. Bravi anche i dirigenti a trovare subito un sostituto di Borriello, non era facile in questo periodo. Ma vedo che a Cagliari c’è gente che vuole far bene, il presidente Giulini in primis e lo dimostra con la costruzione del nuovo stadio. Sono persone, all’interno del club, che sono sicuro porteranno in alto questa squadra. Il Sant’Elia ha fatto la storia, ma era giusto e oramai obbligatorio cambiare”.
In breve, ci racconti come sta andando la tua esperienza in Russia?
“Sono stato chiamato con Ivano Della Morte (ex giocatore, tra le altre, di Lecce, Vicenza, Chievo, Genoa, ndr) per occuparmi del settore giovanile del Terek Grozny. Lui è il responsabile e io alleno, ci occupiamo di tutto. Una bella esperienza, al contrario di quanto si possa pensare ci sono delle ottime strutture, molto funzionali e quest’avventura mi permetterà di crescere al meglio, inseguendo il sogno di poter fare questo mestiere anche ad altri livelli. Io mi preparo, faccio esperienza e spero di farmi trovare pronto quando e se arriverà una chiamata importante, magari anche dall’Italia".
CAGLIARI, PAVOLETTI È ARRIVATO: &l