Non è neanche partita l'avventura di Elseid Hysaj, che già i rapporti con parte dei tifosi si sono intaccati. I motivi, però, non hanno niente a che vedere col calcio, tutt'altro: il terzino albanese, arrivato dal Napoli, si è improvvisamente ritrovato nel bel mezzo di un'accesa polemica per aver cantato durante la "cerimonia" di benvenuto "Bella Ciao", nel ritiro della Lazio ad Auronzo Cadore. Sui social il giocatore è stato bersagliato da numerosi utenti e successivamente alcuni ultras biancocelesti hanno appeso uno striscione sul ponte di corso Francia con su scritto: "Hysaj verme, la Lazio è fascista".

"Storicamente la nostra è una tifoseria di estrema destra, e questo lo dichiaro anche con orgoglio. Quel 'Bella Ciao' cantato con la maglia della Lazio è una cosa fuori dal mondo, Hysaj ha sbagliato, non ci sono scusanti", ha raccontato all'Adnkronos Franco Costantino, detto "Franchino", ultras della Lazio. "Non credo alla favola che poteva non sapere il senso di quella canzone - aggiunge rispondendo all'ipotesi che il calciatore possa aver sentito quella canzone in una famosa serie tv -. E' straniero ma ci siamo informati, il padre era un operaio vissuto qui e lui qui è cresciuto - conclude -. Chiunque viva in Italia non può ignorare il peso di una canzone politicizzata qual è Bella Ciao". 

Non si è fatta attendere la mobilitazione sui social a supporto del calciatore: migliaia di tifosi biancocelesti hanno condiviso l'hashtag #IostoconHysaj. Anche la società si è mossa in difesa del proprio tesserato: "La Società Sportiva Lazio condanna fermamente il vergognoso striscione contro il calciatore Elseid Hysaj – si legge nella nota sul sito del club -. Non è il primo episodio di questo tipo. Noi non saremo mai dalla parte di chi nega i valori dello sport. Siamo senza indugio invece dalla parte del nostro atleta e di tutti gli altri calciatori impegnati in queste settimane nel ritiro precampionato".

"Prendiamo nettamente le distanze da chi vuole strumentalizzare per fini politici questa vicenda che danneggia la squadra - si legge ancora -, tutti i tifosi laziali e la società. Non ci faremo intimidire da chi usa toni violenti ed aggressivi: per loro non c’è alcuno spazio nel nostro mondo che invece è ispirato ai sani valori sportivi della lealtà e della competizione, del rispetto reciproco e della convivenza civile ed indirizzato al superamento di tutti gli steccati di carattere sociale, culturale, economico e razziale".