PHOTO
C'è una squadra che sta stupendo ben oltre le aspettative in questo inizio di Serie A 2019/2020: il Cagliari di Rolando Maran. Alla vigilia dell'ultima sosta per le nazionali dell'anno, i sardi si ritrovano al terzo posto in classifica a pari merito della Lazio con 24 punti. Ma cosa c'è dietro a quello che si sta rivelando come un vero e proprio miracolo sportivo e che sta scatenando paragoni con l'undici scudettato di Gigi Riva? Proviamo a scoprirlo con i numeri.
Le due vittorie consecutive di Bergamo con l'Atalanta e il roboante 5 a 2 rifilato alla Fiorentina nell'ultimo turno, hanno portato i ragazzi di Maran a quota 24 in classifica, a -8 dalla Juve capolista e a +2 dalla Roma quinta. Il tutto con 7 vittorie, tre pareggi, due sole sconfitte e la bellezza di 23 gol fatti a fronte dei soli 12 subiti.
Il Cagliari non partiva così bene dalla stagione 1969/70 quando arrivò allo Scudetto trascinato da Gigi Riva e iniziò il campionato con 11 gare senza sconfitte. Ai ragazzi di Maran ne manca soltanto una per raggiungere quel record. E se il paragone con quella storica squadra potrebbe sembrare azzardato al momento, ce n'è un altro che fa ben sperare i tifosi rossoblu: quello con la squadra che nel 1992-1993 concluse l'annata al sesto posto strappando una grandissima qualificazione per la Coppa Uefa.
Certo la strada per raggiungere certi traguardi è ancora tutta da percorrere ma l'incredibile avvio e la solidità di un gruppo coeso al suo interno fanno ben sperare per il futuro. Un gruppo costruito a fari spenti dal presidente Giulini, abile a reinvestire i 45 milioni incassati dalla cessione di Barella all'Inter nel rafforzamento di tutti i reparti. Sono arrivati così un Nainggolan in cerca di riscatto, la rivelazione Nandez, il solidissimo Rog, Simeone e Pellegrini. Acquisti che non hanno fatto rimpiangere l'infortunato Pavoletti e che in poche giornate si sono affermati come cardini di una squadra che inizia a sognare in grande. Una squadra che al momento vanta la terza miglior difesa del torneo con 12 gol subiti (e in questo si vede anche l'importanza del portiere Olsen, rinato dopo la brutta esperienza alla Roma) e il quarto miglior attacco con 23 gol segnati. Il tutto mandando in rete ben dieci calciatori diversi.
Non è quindi più un'utopia parlare di qualificazione alle competizioni internazionali. Il Cagliari non perde dal 2 a 1 subito dall'Inter lo scorso primo settembre e ha come fiore all'occhiello i quattro punti conquistati nelle due trasferte di Napoli e Roma. Il cammino è ancora lungo ma è tutto da seguire, anche attraverso le analisi di 888sport, uno dei bookmaker più attenti al mondo del calcio italiano.
Dove potrà arrivare la squadra sarda dipenderà molto anche dalle prestazioni di Radja Nainggolan, rinato da quando è tornato nell'amata Sardegna. La parabola del Ninja merita un ulteriore approfondimento. Fuori dai piani societari della nuova Inter di Conte, il belga aveva raggiunto un accordo con la Fiorentina, prima di aver capito di non poter resistere al richiamo del Cagliari, la squadra che l'aveva lanciato nel calcio italiano. E, ironia della sorte, proprio contro i Viola il centrocampista ha sfoderato la miglior prestazione della stagione.
Al sedicesimo del primo tempo ha regalato a Rog il delizioso assist per l'1 a 0. Diciotto minuti dopo si è ripetuto, raccogliendo una respinta di Dragowski su un suo stesso tiro per poi mettere in mezzo un cross teso trasformato in gol dal colpo di tacco dell'ex Simeone. Le perle di giornata, però, non erano ancora finite. Al 54' è arrivato il terzo assist, quello per il 4 a 0 di Joao Pedro. Al 65' il Ninja ha invece deciso di mettersi in proprio: preso il pallone ai trenta metri dalla porta avversaria ha lasciato partire un bolide sotto l'incrocio dei pali imprendibile per il portiere della Fiorentina. Tre assist, un gol e nessun cartellino. La partita perfetta che porta il bottino stagionale a due reti e quattro assist, decisivi in cinque delle ultime uscite di campionato dei rossoblu. É lui il vero e proprio motore del Cagliari insieme a Nahitan Nandez, l'altro grande colpo del mercato estivo di Giulini. Un giocatore che ha impiegato appena poche partite per prendersi il posto da titolare e per rivelarsi, se possibile ancora più incisivo di quello che ci si aspettava, con i suoi due assist e un gol in sole 12 presenze.
Ma il vero architetto di questa incredibile ascesa non può essere che il tecnico Rolando Maran, capace di creare un Cagliari a sua immagine e somiglianza. Un Cagliari che che fonda le proprie solide basi nella condizione mentale del gruppo e sulla capacità di adattarsi nel migliore dei modi a ogni avversario. Fin qui ha pagato i maggiori dividendi il modulo con Nainggolan e Joao Pedro, miglior marcatore rossoblu con sei gol, alle spalle del ritrovato Simeone. Il vero merito dell'allenatore trentino, però, è quello di non aver lasciato indietro nessuno dei giocatori della sua rosa. E così, se Ionita, Rog, Nandez e Castro sono intercambiabili in mediana e Cigarini è tornato il regista che aveva incantato ai tempi dell'Atalanta, i loro sostituti Oliva, Lykogiannis, Klavan e Cacciatore hanno dato fin qui risposte di altissimo livello quando sono stati chiamati in causa.
Un ventaglio di soluzioni che garantisce le giuste e credibili alternative a una squadra che non ha nessuna intenzione di fermarsi ma che continua a guardare di partita in partita con la giusta umiltà e con la tenacia del proprio tecnico. L'impressione di tifosi e addetti ai lavori è che quella che il Cagliari non sia un fuoco di paglia di inizio stagione. Sicuramente arriveranno momenti difficili e forse l'uscita dalla zona Champions, ma l'idea è che la partita per l'Europa League possa restare aperta fino all'ultima giornata. Il merito è tutto dell'atteggiamento messo in campo ogni domenica: i rossoblu non sono mai timidi, non rinunciano ad attaccare e non hanno mostrato fin qui timori reverenziali verso le big del nostro calcio. È forse questo il più grande passo avanti fatto rispetto alle ultime stagioni, al di là di moduli e interpreti.