La stagione estiva, nel mondo del calcio, è quella dei grandi sogni di mercato: speranze e illusioni, ma anche ridimensionamenti e disincanto. I tifosi scalpitano davanti ai titoloni che quotidianamente le prime pagine di giornale consegnano ai lettori: "suggestione...", "sogno...", "interesse concreto...", "contatti...", e così via. E se in fondo la parte razionale di ognuno di noi ci spinge a diffidare da questi "spifferi" di mercato, la parte emotivamente coinvolta ci travolge, consegnando i più appassionati a interminabili istanti di attesa e crescente fiducia.

Niente di tutto ciò, almeno per quest'estate, si può associare ai supporters del Cagliari, scottati - anzi, ustionati - dalla cocente retrocessione arrivata al termine di una stagione da melodramma. Fra epurazioni, addii dolorosi, scadenze di prestiti e contrasti interni: gran parte dei "protagonisti" della passata stagione ha fatto le valigie. Dai pezzi più pregiati (Cragno al Monza, Marin all'Empoli, Bellanova all'Inter), agli addii di senatori e prodotti del vivaio (Ceppitelli svincolato dopo 8 anni in rossoblù, Carboni che raggiunge Cragno a Monza). A questi si aggiungono quelli che, per alcuni, sono veri e propri rimpianti di mercato (Simeone riscattato dal Verona dopo 17 gol in campionato, Vicario dall'Empoli dopo una stagione da grande protagonista). 

Certo, è la logica del mercato; per un giocatore che parte ne arriva uno nuovo. E certo non sorprende il fatto che, dopo una stagione fallimentare, un club decida di cambiar pelle. Resta, tuttavia, la preoccupazione dinnanzi a un progetto societario che, negli ultimi anni, di segnali incoraggianti ne ha dati ben pochi, fra proclami e promesse mai mantenute. A spaventare i tifosi è la prospettiva di un futuro a tinte opache, a maggior ragione davanti a un calendario di Serie B che si preannuncia tutt'altro che facile. Genoa, Palermo, Parma, Bari, Venezia, Benevento, Brescia, oltre al Cagliari: più che mai la serie cadetta accoglie piazze storiche, tanto da guadagnarsi fra gli addetti ai lavori l'appellativo di "Serie A 2".

Questo, in sostanza, l'orizzonte sul cammino dei rossoblù. Inevitabile, pertanto, prestare attenzione a quella che è la situazione in uscita e in entrata. Il rinnovo di Pavoletti consegna a mister Liverani quella che, salvo infortuni (che nell'ultima stagione ne hanno pesantemente condizionato il rendimento), sarà la prima punta titolare del Cagliari. Il più intricato nodo di mercato riguarda l'uomo simbolo delle passate annate: Joao Pedro. Il capitano rossoblù è ormai a un passo dall'addio, dopo la rottura coi tifosi e il silenzio assordante in seguito al pareggio di Venezia (nessuna dichiarazione da allora). L'asse Cagliari-Fenerbaçhe sembra caldissimo e nelle prossime ore si potrebbe concludere una lunga trattativa che porterebbe Joao in Turchia.

Curiosità e attesa, da parte dei tifosi, per quanto riguarda Marko Rog, unica certezza rimasta in mezzo al campo dopo gli addii del già citato Marin e di Alberto Grassi (una delle poche note positive dello scorso campionato), passato alla Sampdoria. Certo della permanenza anche Alessandro Deiola. A questi si aggiunge l'esperienza e la qualità di Nicolas Viola, arrivato in estate dal Bologna dopo una stagione poco fortunata. Fondamentale sarà, pertanto, capire quale sia il futuro del croato classe '95, che ha mercato in Serie A e piace a diverse squadre (su tutte la Salernitana), ma del quale il Cagliari non si vorrebbe privare. 

Un discorso a parte va fatto per Nahitan Nandez. "El Leon" è uno dei pezzi pregiati della compagine sarda, forse il più prezioso, ma le vicissitudini dell'ultima stagione lo hanno un po' allontanato dai tifosi e dalla stessa dirigenza. Fra voci di mercato, ammiccamenti (passati) da parte delle big, e presunti "mal di pancia" del giocatore, sono state numerose le sessioni di mercato in cui il centrocampista uruguaiano è parso vicino a salutare Cagliari. Tuttavia, col trascorrere delle settimane, la posizione del 26enne resta in bilico fra una conferma (e un rilancio) in rossoblù e un addio definitivo. Tuttavia, riuscire a trattenere un profilo simile in una categoria inferiore rappresenterebbe un segnale incoraggiante. E non sono certo passate inosservate le lacrime di sconforto dopo la debacle di Venezia, quando proprio Nandez è parso fra i più affranti, forse consapevole di non aver fatto abbastanza.

Molto dell'imminente stagione passerà da queste situazioni. Se, dunque, dopo 271 presenze e 86 gol Joao Pedro sembra destinato a un triste addio, le redini del Cagliari potrebbero passare nelle mani del talentuoso uruguaiano, la cui permanenza potrebbe temperare l'indolenza dei tifosi nei confronti della dirigenza, con Giulini e Capozucca ormai da mesi sotto contestazione. Resta poco più di un mese per capire quale sarà il volto del nuovo Cagliari targato Liverani, prima di affrontare una stagione che si preannuncia ricca di insidie, nella quale i rossoblù dovranno dimostrare carattere e, soprattutto, quell'attaccamento alla maglia che troppe volte è parso mancare e che i tifosi si aspettano da parte dei giocatori, che avranno l'onore e l'onere di rappresentare un popolo fiero e orgoglioso, ma anche sportivamente ferito.