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Ancora un episodio di discriminazione negli stadi italiani. Nella serata di ieri si è tenuta Udinese-Milan alla Dacia Arena. Alla mezz'ora del primo tempo la partita è stata sospesa dopo che il portiere rossonero Maignan è stato bersagliato da una fetta della tifoseria friulana con insulti razzisti.
La squadra ha lasciato il campo seguendo l'estremo difensore che si è diretto nel tunnel. Dopo qualche minuto la partita è ripresa e lo speaker ha annunciato l'interruzione nel caso in cui si fosse ripetuto l'episodio. Enorme la scia di solidarietà e vicinanza al portiere francese, durante e dopo il match.
Il numero 1 del Milan si è espresso oggi circa la vicenda, condividendo parole forti sui social: "Non è il giocatore ad essere stato attaccato - ha scritto -, ma l'uomo, il padre di famiglia. Non sono il primo a cui succede. Abbiamo fatto annunci, campagne pubblicitarie, protocolli e non è cambiato nulla. Oggi è un intero sistema che deve assumersi la responsabilità".
E punta il dito: "Gli autori di questi atti, perché è facile agire in gruppo nell'anonimato di una tribuna. Gli spettatori che erano sugli spalti, che hanno visto e sentito tutto e hanno scelto di tacere: siete complici. L'Udinese, che parlava solo di interruzione della partita, come se nulla fosse: sei complice. Le autorità e il procuratore, con tutto quello che sta succedendo, se non farete nulla sarete complici anche voi".
Ma ringrazia anche chi lo ha sostenuto: "Il Milan e i miei compagni, l'arbitro e i calciatori dell'Udinese, chi mi ha mandato messaggi. Non riesco a rispondere a tutti, ma vi vedo. E' una battaglia dura, ci vorrà tempo e coraggio, ma è una battaglia che vinceremo".
Nel frattempo il Milan comunica il silenzio sui social per la giornata di oggi, a supporto del suo portiere e di tutte le vittime di razzismo.
Foto Instagram @magicmikemaignan