Le parole del “Mancio”, nei giorni scorsi, erano state chiare, ed erano risuonate come un vero e proprio grido d’allarme nei confronti della Federazione e di tutto il movimento calcistico italiano. “I problemi là davanti sono seri – ha commentato il ct della Nazionale –. Quasi tutti gli attaccanti centrali negli ultimi mesi hanno giocato pochissimo, non ne abbiamo uno che ha giocato titolare. Tranne Ciro (Immobile ndr.), che però si è fatto male”.

Effettivamente, dando un rapido sguardo alle disponibilità sul fronte offensivo, la Nazionale può al momento contare su un’esigua – quasi nulla – quantità di centravanti di ruolo. Le avvisaglie c’erano già state alla vigilia dalla semifinale playoff dei Mondiali, quando a sorpresa, dopo aver diramato la lista dei convocati, Mancini aveva deciso di portare Joao Pedro dopo avergli fatto acquisire la cittadinanza italiana, grazie alle sue “nozze siciliane.

Adesso, a distanza di mesi, la situazione non è migliorata. Tutt’altro: al momento le risorse a disposizione del tecnico campione d’Europa in carica sono ancora più limitate. Ciro Immobile, il titolare designato degli Azzurri, sta attraversando una stagione complicata per via dei continui infortuni che da settembre ne precludono la continuità; Andrea Belotti, fino a pochi mesi fa il vice-Immobile, col trasferimento dal Torino alla Roma ha perso la titolarità; anche Gianluca Scamacca e Giacomo Raspadori, i cui nomi rimangono i più gettonati per l’Italia del futuro, possono contare su uno scarso minutaggio in questa stagione, dopo il doppio trasferimento dal Sassuolo rispettivamente al West Ham e al Napoli.

Così Mancini, forse per effettiva esigenza, forse per dare uno scossone all’ambiente, ha stupito ancora tutti. Due i nuovi nomi – ennesimi esordienti sotto la gestione dell’allenatore marchigiano – inseriti nell’elenco dei pre-convocati per le partite dell’Italia contro Inghilterra e Malta, valevoli per la qualificazione a Euro 2024: Andrea Compagno e Mateo Retegui. Il primo, 26enne palermitano, capocannoniere del campionato rumeno, il secondo, 24enne italo-argentino, si sta mettendo in mostra con la maglia del Tigre, in Argentina.

Quella di Andrea Compagno è una storia tutta da raccontare. Una vita di gavette fra le serie minori, poi nelle periferie del calcio europeo. Figlio d’arte, nella stagione 2022-23 può vantare 17 gol fra campionato rumeno e Conference League. Veste la maglia della Steaua Bucarest, forse la più prestigiosa della sua carriera, ma prima ha vagato un po’ ovunque. Craiova (ancora in Romania), Tre Fiori (San Marino), e precedentemente Pinerolo, Argentina Arma, Borgosesia e… Nuorese.

L’attaccante classe ’96 ha infatti vestito per una stagione la maglia dei verdeazzurri, collezionando 16 presenze e soltanto un gol in Serie D. Oggi arriva alla corte di Mancini da miglior attaccante italiano stagionale. “Raramente mi emoziono così tanto”, ha commentato a Orange Sport il dg del Basilea Mihai Stoica”. “Andrea ha una serietà che raramente ho visto in un giocatore. Non avevamo mai avuto un giocatore in Nazionale a questo livello”, ha raccontato.

Una sorpresa per tutti, insomma, anche per lo stesso Andrea, che adesso dovrà essere abile a sfruttare la chiamata del ct e ritagliarsi uno spazietto nella storia della Nazionale Italiana. La proposta, bisogna ammetterlo, non è certo di prima qualità se si parla di una delle selezioni più titolate della storia, ma se è vero che in questo sport spesso la meritocrazia viene scavalcata da losche manovre e fattori discutibili, in questo caso Roberto Mancini ha lanciato un segnale forte a tutto il movimento: chi merita, gioca, indipendentemente da club di provenienza o spessore calcistico.

E chissà che, stavolta, il messaggio non arrivi finalmente all’attenzione dei vertici nostrani, così da smuovere il piattume che da anni attanaglia il calcio italiano.

Foto copertina: Profilo Instagram Andrea Compagno