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Madrileno di nascita, una vita al servizio del calcio spagnolo prima da giocatore e poi da allenatore, è morto stamattina a 75 anni Luis Aragonés.
Tra le tante città vissute e visitate, tra le tante maglie vestite e onorate, la più amata fu quella biancorossa dell'Atlético Madrid con cui in carriera conquistò, nel complesso, 4 scudetti e 5 Coppe di Spagna.
Attaccante robusto e prolifico, vestì per 11 volte la maglia di quella Nazionale che qualche decennio più tardi accompagnò sul tetto d'Europa
Luis Aragònes è il padre del moderno calcio spagnolo, svezzò le 'Furie Rosse' mostrandole al mondo in tutta la loro bellezza nell'estate del 2008 quando in Austria e Svizzera conquistarono gli Europei sconfiggendo in finale la Germania. Dopo, venne l'era di Del Bosque e del triplete che decretò il monopolio iberico nel calcio mondiale, ma è a Don Luis che oggi va il grazie dei suoi ragazzi.
Ci sono tutti, tramite Facebook si stringono in un abbraccio commosso al loro grande condottiero:
Iker Casillas scrive "Riposa in pace Luis, una delle persone più influenti della mia carriera. Grazie per tutto Mister!"
Andres Iniesta "Svegliarmi con questa notizia è molto triste. Ti ricorderemo sempre, molte grazie per tutto quello che ci hai insegnato e ci hai detto, e per avermi fatto esordire in Nazionale"
Sergio Ramos "Un giorno molto triste.E' morto il grande Luis Aragonés. Non potrò mai dimenticare i tuoi consigli e i tuoi insegnamenti"
David Villa "Oggi è un giorno molto triste, va via uno dei più grandi. Grazie per avermi insegnato gran parte di quello che sono"
E' l'ultimo saluto a un padre, l'ultima standong ovation per Don Luis.