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“L’ho conosciuta ragazzina, aveva 13 anni, ed è stata una storia bella, bellissima. Anche quando tra di noi le cose hanno cominciato a non funzionare più”. A raccontarlo, in un'intervista rilasciata a cuore aperto al Corriere della Sera, è l’allenatore del Cagliari Fabio Liverani. Il mister parla del suo rapporto con Federica, morta il 20 settembre scorso all’età di 46 anni.
La coppia era separata ma “d’istinto dico moglie – confida Liverani -. L’amore può finire, il bene era e resterà per sempre. Mattia e Lucrezia (i figli, di 17 e 13 anni - ndr) ci hanno vissuti così: due persone che hanno continuato a rispettarsi e stimarsi. Federica è stata la mia gioventù, le mie delusioni, i miei successi”.
“Poco prima che si ammalasse – spiega l’allenatore rossoblù al Corriere - sono cominciate le incomprensioni. E la crisi definitiva del nostro matrimonio. La prima diagnosi non era terribile: un meningioma, un cancro al cervello di natura benigna. È stata operata una prima volta, poi è ricomparso ancora e ha subito il secondo intervento. Fino alla terza operazione, a quel punto non era più un male da poter combattere. Lei ha creduto di potercela fare fino a sei mesi fa. Sorrideva e lottava. Federica voleva vivere, per i nostri figli. Federica era la vita”.
Alla domanda della giornalista Monica Scozzafava “Lei per lavoro è lontano da Roma, come ha gestito la situazione. E come farà ora?”, Liverani risponde: “Adesso alleno a Cagliari, dopo le partite andavo a casa a Roma. Da lei, dai ragazzi. L’ho fatto anche sabato scorso: Federica era costretta a letto, la malattia le aveva compromesso la mobilità di arti e muscoli. Stava male, non immaginavo però che due giorni dopo l’avrei persa. L’avremmo persa, tutti”.
“Per Federica – confessa Fabio Liverani - ero pronto a sacrificare tutto. Lei non me lo ha permesso”.