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Un paio di mesi fa, un calciatore sardo, cresciuto nelle giovanili del Cagliari, aveva eliminato il club rossoblù dalla Coppa Italia col suo Pordenone; parliamo ovviamente di Salvatore Burrai. Un suo compagno delle giovanili, Marco Mancosu, si sta facendo valere anch’esso in Serie C, con la prestigiosa maglia del Lecce. Cagliaritano, il centrocampista classe ’88 è ormai un veterano della terza serie italiana, dopo avervi giocato con le maglie di Siracusa, Benevento, Casertana e, appunto Lecce. A quasi 30 anni, li compirà il prossimo 22 agosto, e con la sua squadra prima in classifica, in lotta col Catania per la promozione in Serie B, è forse finalmente pronto per quel salto atteso da tempo. La nostra redazione l’ha sentito in ESCUSIVA. Ecco cosa è venuto fuori da questa bella chiacchierata:
Ciao Marco, come sta andando la stagione, tua e del tuo Lecce?
“A Lecce mi trovo benissimo, ho trovato la “mia Sardegna”. E’ una piazza ambita, che meriterebbe palcoscenici più importanti e non potrei chiedere di meglio in questa categoria. Per quanto riguarda la stagione, finora bene, ma te lo dirò solo a fine stagione se sarà andata bene o no…”.
Lecce è la tua quarta squadra del Sud (dopo Siracusa, Benevento e Casertana), sempre in Serie C, ormai sei un veterano. Ti chiedo come ti trovi nel Sud dell’Italia e se sei finalmente pronto e maturo per poter tornare in quelle categorie che ti hanno visto protagonista da giovane?
“Ho avuto la fortuna di giocare in piazze calorose del Sud e mi sono trovato sempre bene ovunque sono stato. Per quanto mi riguarda, per capire se sono pronto o meno dovrei misurarmi con queste categorie e capire se sono pronto, speriamo di potervi giocare al più presto”.
In particolare a Benevento hai disputato due ottime stagioni. Che effetto ti fa vederlo in Serie A in una stagione incredibilmente tormentata?
“Lo step più importante era quello di raggiungere al più presto la Serie B e dopo diversi anni ce l’hanno fatta. Conosco il presidente Vigorito e so che tipo è, molto ambizioso. Mi aspettavo forse una squadra più attrezzata per la A”.
Cosa ne pensi di tutte queste squadre che falliscono, soprattutto in Serie C?
“Sono cose brutte, alla fine a rimetterci sono i tifosi e noi calciatori. Speriamo che si trovi la soluzione perché tutte queste cose non accadano più”.
Il Cagliari è ancora un tuo sogno? Ragatzu sembra poter tornare in rossoblu l’anno prossimo, per esempio, e anche Aresti è in lista. Magari vi ritrovate tutti assieme…
“Beh per me che sono tifoso del Cagliari è certamente un sogno, però non ci penso. Sono concentrato sulla mia squadra, come ho detto mi trovo molto bene qua e spero di centrare gli obiettivi con questa maglia. Poi si vedrà…”.
Segui sempre il Cagliari? Cosa ne pensi della squadra di Lopez, un po’ in difficoltà ultimamente?
“Sì lo seguo sempre, quando posso anche dal vivo. Stanno attraversando un periodo un po’ difficile, per diversi motivi, ma credo che già a Crotone vedremo un Cagliari determinato nell’affrontare una partita tra le più difficili della stagione”.
Il Cagliari negli ultimi anni ha curato molto il settore giovanile e sembra ci siano più opportunità per i giovani sardi, vedi Barella e Deiola e i tanti ragazzi mandati all’Olbia e rimasti in orbita rossoblu. C’è qualche rimpianto per quando giocavi tu nelle giovanili e questa situazione non c’era?
“Ma sai, secondo me c’è stato il passaggio in Serie B del Cagliari due anni fa che ha favorito un po’ questa situazione, ma nel caso di Barella penso che sarebbe venuto fuori comunque. A me piace tantissimo e personalmente penso diventerà un grande giocatore, credo uno dei più forti che sia venuti fuori dal vivaio rossoblù”.
Che ricordi hai di quell’esordio con gol in Serie A sotto il diluvio di Ascoli?
“Eh ormai sono ricordi sbiaditi dato che è passato tanto tempo, ma è un momento che porterò sempre tra i miei ricordi più belli”.
Con chi hai fatto più amicizia nel mondo del calcio?
“Mah, qualcuno c’è, Davide Moi, sardo come me, e Fernando Spinelli, conosciuti a Siracusa, per esempio. C’è anche Josè Montiel, che ora gioca in Qatar”.
Ti piacerebbe fare un’esperienza in America come tuo fratello Matteo?
“Io sono patito per l’America e tutto ciò che gli riguarda. Anche quando posso andare in vacanza cerco sempre di andare lì. Non è che mi racconta, sono io che lo stresso per farmi raccontare tutto. Lo seguo spesso e delle volte rimango sveglio fino a notte inoltrata per seguire le sue partite. Sarebbe una bella esperienza…”.