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In una di quelle serate che rimarranno nella storia del basket italiano, il protagonista indiscusso si chiama Marco Spissu. Ne ha fatta di strada il play sassarese, che con la Dinamo ha scritto importanti pagine sotto la guida del Poz, lo stesso che lo ha messo al centro del progetto della nuova Nazionale tutta talento e dedizione.
Ha aspettato ieri, domenica 11 settembre, per regalarsi forse la partita più bella della sua carriera. Di fronte la Serbia di Jokic, due volte Mvp dell'Nba (2020-21 e 21-22), in un ottavo di finale europeo che vale tantissimo. Pochi, pochissimi credevano nell'impresa: "Male che vada perdiamo", aveva rassicurato i suoi ragazzi Pozzecco, consapevole di quanto fosse arduo l'ostacolo da superare, ma certamente convinto che la sua Italia sarebbe stata tutt'altro che semplice da piegare.
E l'emblema di questa Nazionale è proprio Spissu, il più piccolo in campo (coi suoi 1,84 cm), che giganteggia e spara a canestro, combatte e aiuta i compagni. Un momento, forse, può raccontare coi numeri come la sintonia fra il play e il ct, nata a Sassari, sia stata una delle chiavi della storica serata: quando Pozzecco viene espulso, a 4:43 del terzo quarto, Spissu ha realizzato soltanto 6 punti e servito un assist.
Il 27enne si avvicina all'allenatore e prima che lasci il campo lo bacia sulla guancia. Da quel momento sembra quasi che il cestista sardo rientri sul terreno da gioco con un solo obiettivo: vincere per Pozzecco. Saranno 16 i punti messi e cinque gli assist gli assist messi a referto nell'ultimo quarto e mezzo, con Spissu che chiuderà il match con 22 punti e sei assistenze. Una prestazione memorabile, che ripaga il lavoro di un ragazzo partito da lontano.
La sua esperienza alla Dinamo e la maturazione proprio sotto il ct friulano, poi il salto nel basket dei grandi, al Kazan in Eurolega, prima che le tensioni fra Russia e Ucraina lo rispedissero in Italia, dove quest'anno vestirà la maglia di Venezia. E' una storia come tante nel mondo nello sport, ma un percorso che sentiamo anche un po' nostro, che da casa o al palazzetto abbiamo seguito e ammirato la crescita di Marco Spì da Sassari, gigante fra i giganti che adesso insegue un sogno europeo, a tinte tricolori, sotto il segno di una notte in cui a brillare più di tutte è stata la sua stella.