In un clima surreale si è svolta la festa per i 125 anni dalla fondazione del Milan. Per l'occasione la società ha pensato di celebrare il compleanno rossonero già nell'ultima sfida di campionato contro il Genoa, prima della festa privata con giocatori, dirigenti ed ex stelle. Ma neanche la giornata speciale ha salvato la dirigenza dalle critiche dello scontento pubblico di San Siro.

Fischi ad Ibrahimovic, nuovo innesto societario il cui ruolo rimane ancora oggi un'incognita, e pesanti contestazioni alla cordata americana guidata da Gerry Cardinale, tra l'altro grande assente nella notte delle stelle. Nella Scala del Calcio, infatti, per celebrare l'importante avvenimento, nel pre-partita alcune delle leggende rossonere sono state invitate in campo per raccogliere gli applausi del pubblico. Franco Baresi, Marco Van Basten e Filippo Inzaghi, inoltre, sono stati i primi ad entrare nella Hall of Fame rossonera.

Ma un'assenza, più di tutto, ha fatto scalpore: quella di Paolo Maldini. Prevedibile, visto che la stessa società che lo ha invitato a partecipare poco più di un anno fa lo aveva accomodato alla porta d'uscita per dare vita al nuovo asset societerio. Una separazione brusca e dolorosa per i tifosi, che nel leggendario capitano avevano trovato un punto di riferimento e un uomo simbolo che aveva portato il Milan a raggiungere risultati eccellenti, culminati nello Scudetto.

Critiche feroci, dunque, non solo da parte dei tifosi, ma anche da uomini di campo ed ex calciatori. Fra i tanti anche Pietro Paolo Virdis, presente alla festa nel gruppo dei calciatori invitati per i 125 anni. Il bomber nato a Sindia ha infatti scritto importanti pagine di storia con la maglia rossonera, mettendo a referto, fra il 1984 e il 1989, 186 presenze e 77 reti. Nonostante fosse fra i protagonisti, Virdis sui social non ha risparmiato la società con un appunto critico.

"Una domanda però ce la siamo posti TUTTI noi: tu, società, organizzi una festa per questa importante data, fai venire CAMPIONI dall’Olanda, dal Brasile, da Monza e da Milano, li fai sfilare a centrocampo reggendo i trofei della NOSTRA storia, che restano nella STORIA DEL CALCIO, e non dici i nomi? Non li elenchi con l’enfasi solita che accompagna la recita di ogni formazione prima di ogni partita? Perché?", si domanda l'ex attaccante perplesso.

Effettivamente, quella andata in scena a San Siro, è sembrata una riproduzione sbiadita del Milan che fu: le vecchie glorie hanno attraversato il terreno di gioco senza essere neanche nominate all'altoparlante, e così si è persa un'occasione per far conoscere meglio i campioni della storia del Diavolo alle nuove generazioni. Uno dei tanti passaggi a vuoto di una dirigenza che nell'ultimo anno ha alimentato sempre più il rancore dei tifosi, e che adesso più che mai sembra essere con le spalle al muro.

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