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Fu uno dei grandi protagonisti della partita del secolo, in quella magica semifinale di Coppa del Mondo del 1970 che allo Stadio Azteca di Città del Messico finì per 4-3 tra Italia e Germania dell'Ovest.
Oggi Gigi Riva, rimasto per la prima volta a casa dopo tanti anni nello staff azzurro, commenta il Mondiale appena iniziato in Brasile con parole di speranza e incoraggiamento per i giocatori dell'Italia.
“Le gambe e i dolori alla spalla mi trattengono qui, ma il cuore tifa ancora Italia. Mi metterò da solo davanti al televisore, abbasserò il volume per non farmi condizionare nei giudizi, e soffrirò. Come se stessi lì, in panchina a Manaus. Mi ha fatto piacere sapere che Prandelli fino all'ultimo avrebbe voluto che ci fossi anche io: è stato sempre schietto e diretto, come piace a me. I guai fisici mi hanno impedito di dire sì ma ora che si comincia a giocare, caspita se mi manca questo Mondiale."
E ancora "L’Italia vive un momento difficile, spesso nei mesi scorsi ho evitato di parlare di calcio perché mi sembra difficile farlo con tanta gente che ha altro cui pensare: però le partite della nazionale in Brasile possono dare a tante persone un po’ di orgoglio, e regalare un sorriso”.
"Gli azzurri saranno guidati da un grande campione e grande uomo come Buffon ma vedo anche tanti ragazzi interessanti: Darmian, Verratti, Immobile. Ecco, vorrei essere lì per guardarli negli occhi un minuto prima di scendere in campo: non è dai piedi, ma da quello che si capisce che giocatore sei”.