In un campionato che già a marzo sembra avere un vincitore assegnato, a destare particolare attrazione fra tifosi e appassionati della Serie A è l’avvincente lotta per la salvezza. La bagarre per assicurarsi almeno il quartultimo posto, che garantirebbe la permanenza in massima serie, vede coinvolte al momento sette squadre, otto se non vogliamo escludere anzitempo una Salernitana che però sembra ormai avere più di un piede in Serie B. Udinese, Verona, Cagliari, Lecce, Empoli, Frosinone, Sassuolo: dalla 13esima alla 19esima posizione soltanto 4 punti separano le pretendenti, una situazione forse senza precedenti nel campionato italiano. A turno, le protagoniste si sono spartite momenti di forma più o meno brillante, e a turno ognuna di esse è finita fra le principali indiziate per la retrocessione. Ad oggi, salvo appunto i campani, tutte sembrano poter dire la loro, ciascuna aggrappata ai propri capi saldi, chi a giocatori chiave, chi alla forza del gruppo e chi invece al carisma e alle idee del proprio “allenatore-condottiero”. 

SLIDING DOORS

In quest’ultimo gruppo possiamo inserire, senza timore di essere smentiti, la squadra guidata da Claudio Ranieri. Dopo una stagione complicata i rossoblù stanno attraversando un buon periodo, reduci da due pareggi e soprattutto due importanti successi in altrettanti scontri diretti, che hanno rilanciato i sardi adesso 14esimi. E' una questione di dettagli, quando il sorprendente ribaltone in classifica è dietro l’angolo ogni finesettimana. Inferno e paradiso, sportivamente parlando, separati da una manciata di punti, laddove non esiste un purgatorio: o ti salvi o vai giù. A proposito di dettagli c’è un episodio, che potremmo definire la sliding door della stagione cagliaritana, e che come protagonista principale ha proprio il tecnico capitolino: 10 febbraio, il Cagliari ha appena perso in casa con la Lazio incassando 3 gol. Dopo la partita Claudio Ranieri si dirige negli spogliatoi e annuncia ai giocatori le sue intenzioni di dimettersi; la squadra fa muro: Ranieri deve rimanere, non è concepito un suo addio. E così il gruppo si compatta. È l’elettroshock, come lo definirà il tecnico stesso, che darà la spinta alla squadra per riprendere la marcia. 

Questione di sliding doors, appunto, come quella che poco più di un anno fa portò a Cagliari l’allenatore di Testaccio, con i rossoblù che sotto la gestione Liverani gravitavano preoccupantemente al 14esimo posto. Ebbene, contro ogni pronostico da quel momento sarebbe iniziata la cavalcata trionfale della compagine isolana, culminata nel trionfo a Bari con finale al cardiopalma. Ma ci torneremo; prima, per rendere omaggio alla grandezza del Ranieri uomo e allenatore, vorremmo brevemente passare in rassegna alcune delle sue più grandi imprese, che ne hanno forgiato il mito in Italia e oltreoceano, dove si è guadagnato l’appellativo, riservato a pochissimi, di “Sir” Claudio Ranieri.

CAGLIARI ’88-’91 – ORIGINI DEL MITO

Da Cagliari... a Cagliari. Trentasei anni fa, proprio l’esperienza nel capoluogo isolano apriva le porte del tecnico ai grandi palcoscenici. Quello che prendeva in mano un giovanissimo Ranieri (37 anni) era un Cagliari ridimensionato, distante dai vecchi fasti: il club, acquistato l’anno prima dai fratelli Orrù, militava nel girone B di Serie C1, alla sua seconda stagione consecutiva in terza divisione, e versava in una condizione finanziaria preoccupante. L’arrivo dell’allenatore romano e del direttore sportivo Carmine Longo portò nell’ambiente una ventata di rinnovamento. E così, grazie al binomio Ranieri-Longo, i rossoblù conquistano il primo posto nel proprio girone con 45 punti (allora la vittoria valeva 2 punti), e in quello stesso anno i sardi completano la stagione vincendo la Coppa Italia di Serie C, battendo nella doppia finale la Spal 3-0 all'andata e 2-1 al ritorno. Gli uomini giusti in campo e in panchina, giovani e ambiziosi: così il Cagliari torna in serie cadetta.

Ma è soltanto l’inizio, perché l’anno successivo Ranieri si ripete e centra la doppia storica promozione terminando il campionato a 47 punti. Il pareggio a Pisa vale il terzo posto con tre giornate d’anticipo, dietro a Torino e Pisa, e tanto basta a guadagnare, dopo sette anni, il ritorno in Serie A. Per affrontare la massima serie lo staff rossoblù si affida ancora a un progetto giovane e sostenibile, con l’inserimento però di alcune pedine d’esperienza e di spiccato spessore tecnico, su tutte Gianfranco Matteoli e il fuoriclasse uruguayano Enzo Francescoli. Dopo un inizio sconfortante, i ragazzi di mister Ranieri prendono gradualmente confidenza e negli ultimi mesi risalgono la china. Così, alla penultima giornata, i sardi espugnano Bologna grazie a una doppietta dell’allora giovane Fonseca, ottenendo la matematica salvezza. È l’ultimo atto della prima esperienza in Sardegna di Ranieri, che dopo aver riportato e mantenuto il Cagliari nel calcio dei grandi accetta la chiamata del Napoli, lasciando nell’Isola ricordi indelebili.

VALENCIA ’97-’99 – I TRIONFI IBERICI

Dopo le esperienze con Napoli e Fiorentina (due coppe vinte con i viola), il 19 settembre 1997 decide di accettare la proposta del Valencia, che dopo tre giornate della Liga occupava l'ultimo posto in classifica. A fine stagione i valenciani termineranno al nono posto, valevole la partecipazione alla Coppa Intertoto 1998, che Ranieri vincerà in finale battendo nel doppio incontro l'Austria Salisburgo e garantendosi così la partecipazione alla Coppa Uefa. L’anno dopo fa ancora meglio arrivando quarto e qualificandosi per la Champions League. Nella stessa stagione riesce a vincere il suo primo trofeo estero conquistando la Coppa del Re, grazie al netto successo in finale con l'Atlético Madrid, 3-0. Saranno proprio i Colchoneros a fargli la corte e a riuscire a portarlo nella capitale la stagione successiva, in un’esperienza durata però soltanto pochi mesi.

PARMA 2007 – LA SCALATA

Lasciato alle spalle un importante capitolo in Inghilterra, alla guida del Chelsea, condito da 199 partite ufficiali, una semifinale di Champions e un secondo posto in Premier, e il Valencia-bis che gli varrà la vittoria della Supercoppa europea ma l’esonero qualche mese più tardi, Ranieri fa ritorno in Italia dopo 10 anni, al Parma. Subentrato a Stefano Pioli, in campionato totalizza 27 punti in 16 partite e trascina i ducali dall'ultimo posto in classifica a una insperata salvezza ottenuta all’ultima giornata. Gli emiliani chiudono il torneo al dodicesimo posto con 42 punti in classifica. Per l’ennesima volta il tecnico capitolino risolleva le sorti della sua squadra, chiamato all’impresa nel momento del bisogno.

ROMA 2009-2010 - CASA DOLCE CASA

La grande stagione in Emilia gli vale la chiamata della Juventus. Dopo due stagioni agrodolci a Torino, per l’allenatore arriva la chiamata più attesa: la sua Roma. Con l’addio di Spalletti, dimessosi dopo le due sconfitte con Genoa e Juve nelle prime due giornate di campionato, nella Capitale, sponda giallorossa, si guardano intorno e scelgono di puntare su Claudio Ranieri. Dopo qualche difficoltà in avvio di stagione la Roma inizia a ingranare, anche grazie alla simbiosi venutasi a creare fra allenatore e gruppo squadra. I giallorossi danno inizio ad un entusiasmante inseguimento all’Inter capolista, con una striscia positiva di 24 partite culminata nel successo con l’Atalanta che l’11 aprile 2010 vale il sorpasso in classifica. Ma a vanificare i sogni di gloria dei romanisti ci pensa la Sampdoria, passando in rimonta all’Olimpico e di fatto consegnando lo Scudetto all’Inter, che non fallisce il controsorpasso e porta a casa il campionato nella stagione dello storico “Triplete” di Mourinho. L’amaro finale non comprometterà però la bontà del percorso, che porterà la squadra a chiudere il torneo con 80 punti. La stagione successiva non darà i frutti sperati, portando Claudio Ranieri a rassegnare le proprie dimissioni, ma lasciando impresso nella memoria dei suoi tifosi il ricordo di una delle annate più entusiasmanti della storia recente giallorossa.

MONACO 2012-2014 – LA SPECIALITÀ DELLA CASA

Dopo una breve e poco felice parentesi all’Inter, Ranieri scegli di ripartire dalla seconda serie francese, sposando il progetto dell’ambizioso Monaco. Nel Principato l’allenatore si conferma specialista di promozioni, e al primo tentativo centra la risalita in Ligue 1 dominando il campionato. Nell'annata successiva la squadra ottiene un eccellente secondo posto, da neopromossa, alle spalle del Paris Saint-Germain, agli albori del faraonico progetto degli sceicchi nella capitale francese. Nonostante il grande biennio la società monegasca decide di concludere la collaborazione con il tecnico romano, scegliendo al suo posto, per motivi di natura tattica, l’allenatore portoghese Leonardo Jardim.

LEICESTER 2015-16 – LA GRANDE BELLEZZA

All’esperienza nel Principato segue quella alla guida della Grecia, che durerà però soltanto poche partite e terminerà con la pesante sconfitta rimediata dagli ellenici contro le Fær Øer. Smaltita la delusione, il 13 luglio 2015 Claudio Ranieri scegli di ripartire da una piccola realtà in Inghilterra, il Leicester, con l’obiettivo di condurre le “Foxes” alla salvezza. Come mai prima di allora, nell’ambiente circola scetticismo circa la riuscita del progetto e la scelta della guida tecnica, tanto che il nome di Ranieri è considerato uno dei più papabili per l'esonero a breve termine. Quanto accadrà nel corso della stagione è ormai storia nota: già condannato alla vigilia dai bookmakers, contro ogni più rosea aspettativa il Leicester dopo 13 giornate si ritrova al primo posto in solitaria, dopo un quasi sconvolgente per quanto inaspettato. La partenza sprint avvicina rapidamente la squadra al grande obiettivo salvezza, ma le Foxes non si accontentano e, sulle ali dell'entusiasmo, proseguono la loro marcia trionfale: il 10 aprile 2016 ottengono la qualificazione matematica in Champions League (“Ehi man, we are in Champions League. We are in Champions League man! Dilly Ding Dilly Dong! Come on!”, commenterà Ranieri in conferenza stampa imitando il suono della sveglia e rivolgendosi ai giornalisti, rimarcando la grandezza di quanto ottenuto sino a quel momento). 

Ma la “grande bellezza” si concretizza poche settimane più tardi, quando l’ormai irrefrenabile avanzata dei biancoblu trova compimento nella vittoria del campionato ottenuta curiosamente dal divano di casa, grazie al passo falso del Tottenham in casa del Chelsea. E così Claudio Ranieri diventa “Sir” Claudio, e quella del Leicester viene ribattezzata da tanti come la più grande impresa della storia del calcio, o comunque al pari di pochissime altre. La straordinaria stagione vale al tecnico il “2016 Best FIFA Men's Coach”, premio attribuito dalla Fifa al miglior allenatore del mondo, e il 20 maggio viene insignito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dell'onorificenza di Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana. È il punto più alto della sua carriera.

“Dilly Ding Dilly Dong!”. Ranieri iconico in conferenza stampa

CAGLIARI 2022-2023 – IL CANTO DEL CIGNO

Alla leggendaria esperienza inglese seguirà un peregrinaggio che lo porterà dal Nantes in Francia (con cui sfiora l’Europa) al Fulham in Inghilterra, dalla Roma alla Sampdoria, sino al Watford ancora in Regno Unito. A questa serie di esperienze segue quasi un anno di inattività, fino a quando, dopo una lunga trattativa, l’allenatore non cede al richiamo della Sardegna: il Cagliari appena retrocesso è in difficoltà, galleggia nella zona medio-bassa della classifica e deve dare un colpo di coda per svoltare la stagione, dopo 35 anni è il momento di proseguire una storia mai veramente giunta al capitolo conclusivo. Così, nonostante il tentennamento iniziale Ranieri accetta e il 23 dicembre 2022 mette la firma sul contratto. Alla prima conferenza stampa chiama a raccolta i tifosi e chiede supporto alla squadra, promettendo massimo impegno al fine di provare a raggiungere la zona playoff e giocarsi la possibilità di ottenere un’insperata promozione.

E così accade: ottenendo un bottino di 35 punti in 19 partite il Cagliari scala la classifica salendo dal 14esimo al quinto posto, ottenendo così la possibilità di affrontare gli scontri diretti. La fase finale è un turbinio di emozioni: prima i rossoblù eliminano il Venezia, poi anche il temibile Parma in una pirotecnica semifinale. Per l’ultimo atto, che prevede andata e ritorno, l’avversario è il Bari. Quelli che vanno in scena nelle due partite fra Unipol Domus e San Nicola sono 180 minuti di puro “ranierismo”. All’andata il Cagliari va avanti grazie a Lapadula, poco prima dell’intervallo Radunovic para un rigore ma nel secondo tempo il Bari gela i rossoblù ancora dal dischetto, nei minuti finali. È 1-1, si decide tutto nel fortino del San Nicola. Quella del ritorno è una vera e propria battaglia di nervi: i padroni di casa sfiorano a più riprese il vantaggio ma falliscono il colpo del ko, e a pochi secondi dal termine Pavoletti - uomo simbolo della provvidenza ranieriana - ribalta il pronostico siglando il gol che regala la promozione al Cagliari. Per i sardi è apoteosi, Ranieri non trattiene le lacrime e viene portato in trionfo dai suoi dopo l’ennesimo capolavoro. 

IL “NORMAL ONE”

Ed eccoci qui. Ancora una volta le speranze di una tifoseria ripiegano su un solo uomo, mai fuori dalle righe, coerentemente equilibrato nella buona e nella cattiva sorte, così speciale nella sua normalità. Oggi il popolo sardo chiede a Claudio Ranieri un ultimo tocco di bacchetta. Stavolta, per ottenere la scossa è dovuto ricorrere a metodi estremi. Il gruppo ha fatto quadrato attorno all’allenatore in difficoltà, e adesso si ritrova lì, invischiato in una frenetica corsa salvezza da cui in pochi usciranno indenni. Con stimoli e ambizioni diverse, ognuna delle sette squadre in lotta ha buoni argomenti per poter dire la sua: l’Udinese che ormai da anni, nei momenti di difficoltà, al momento opportuno tira fuori il guizzo decisivo; il Verona rivoluzionato a gennaio, dato quasi per spacciato e ora forse il più vivace fra i rivali; il Lecce in crisi di risultati, ma a tratti piacevole ed efficace; l’Empoli rigenerato dalla cura Nicola; il Frosinone bello, giovane e intrigante, ma troppo spesso inconcludente; il Sassuolo, grande delusa ma certamente attrezzato per salvarsi; e infine il Cagliari, esaltante nel saper cavalcare i momenti positivi di una partita o di una stagione e al tempo stesso avvilente nelle sue lunghe pause. Al tecnico di Testaccio l’arduo compito di traghettare la squadra verso l’ambito traguardo: dieci giornate per decidere le sorti della stagione e determinare il futuro del suo Cagliari. Dieci settimane di sussulti, speranze ed emozioni, poco più di due mesi che valgono un anno intero, novecento minuti per scrivere un'altra favola delle mille e una notte di Claudio Ranieri.