"Il gip ritiene accertato con alto grado di credibilità razionale che i campioni di urina prelevati ad Alex Schwazer il primo gennaio 2016 siano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi, e dunque di ottenere la squalifica e il discredito dell'atleta, come pure del suo allenatore Sandro Donati". E ancora: "Non solo l'ipotesi manipolazione consente di spiegare come e perché sia avvenuta quella anomala concentrazione del Dna, ma questa costituisce, allo stato anche l'unica spiegazione convincente. Noi non abbiamo una prova diretta della manipolazione, ma abbiamo un dato, quello appunto relativo alla concentrazione del Dna, che trova allo stato adeguata e unica spiegazione proprio nell'ipotesi della manipolazione". È quanto si legge nelle conclusioni del decreto di archiviazione del gip Walter Pelino.

Alex Schwazer è stato dunque assolto per “per non aver commesso il fatto”.

“Dopo quattro anni è mezzo di attesa – ha commentato l’atleta di 36 anni -, finalmente è arrivato il giorno in cui è stata fatta giustizia. Non avrei sopportato il marchio di dopato a vita”.

Foto tratta da Facebook Alex Schwazer