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Sono stati giorni di polemiche e musi lunghi. La sconfitta col Costa Rica ha risvegliato l'allenatore sopito che è in ognuno di noi e tutti, ma proprio tutti, abbiamo avuto qualcosa da ridire sulle scelte tattiche di Prandelli, l'approccio al gioco di Balotelli, le prestazioni di Chiellini o l'utilità di Cassano in Brasile.
Se ne sono dette tante ma stasera, alle 18, sarà il campo a parlare e pronunciare l'unica sentenza incontestabile. Italia e Uruguay, a Natal, si giocheranno l'accesso agli ottavi di finale di questa bizzarra Coppa del Mondo. Dentro o fuori. Tutto o niente. Non ci saranno attenuanti al fischio dell'arbitro, non il caldo, non la fatica, nulla.
Ieri il capitano della Celeste, Diego Lugano, ha suonato la carica indirizzando a una nazione intera una lettera aperta sul suo profilo Facebook nella quale invita tutti a sostenere lui e i suoi compagni nella decisiva sfida contro l'Italia. "A poche ore da questa partita fondamentale, da questa enorme e difficilissima sfida" ha scritto Lugano "io chiedo a tutti gli uruguaiani di rimanere uniti: tifando per la Celeste, la cosa più importante. La Celeste è più importante di giocatori, capitani e risultati. Ci faremo forza assieme, perché quando il Paese è unito e la gente felice sentiamo come nessuno la nostra maglia. In questo modo siamo tre milioni di giocatori sul terreno di gioco".
Cesare Prandelli sa bene che l'avversario di oggi sarà duro a morire, per questo in conferenza stampa ha spiegato che "Conterà arrivare primi sulla palla, conquistarla, dare tutto con voglia. Gli uruguaiani lo faranno, hanno più orgoglio di patria".
Per quanto riguarda la formazione sembra ormai certo l'impiego dal primo minuto dell'inedita coppia d'attacco Balotelli-Immobile lanciati all'arrembaggio verso la porta avversaria. Il blocco-Juve Barzagli-Bonucci-Chiellini in difesa, invece, dovrà contenere la furia agonistica delle due stelle Suarez e Cavani che ce la metteranno tutta per insidiare Buffon.
Agli azzurri basta un pari per qualificarsi ma si giocherà per la vittoria. La sconfitta di Recife, ci auguriamo, brucia ancora tanto a Pirlo & Co. che nel dopo Inghilterra avevano accarezzato il sogno di una qualificazione facile. Abbiamo parlato per giorni e abbiamo ancora qualche ora per farlo. Poi, alle 18, le parole diventeranno urla davanti alla tv perché sappia, Diego Lugano, che se 3 milioni di uruguaiani sosterranno la Celeste saranno 60 milioni gli italiani che sosterranno gli azzurri. Una sola voce, un solo cuore. Nemmeno a noi piace perdere. Nemmeno noi abbiamo fretta di tornare a casa.