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Un ragazzino distratto dai suoi sogni e dalle sue fantasie come tanti a quell'età. Doveva essere questo Marco Spissu 9 anni fa, quando in un'aula delle scuole superiori sassaresi, l'insegnante di italiano non ne poté più di vederlo con la testa fra le nuvole a pensare allo sport che amava, ai campioni che ammirava, agli allenamenti del pomeriggio con la palla arancione.
"Per la madre di Marco Spissu - recita la nota che scrisse la docente sul quaderno dell'allora 15enne - Le comunico che Marco oggi non ha seguito la lezione perché pensava al basket. Cordiali saluti".
Pensava al basket, Marco. E 9 anni dopo ha fatto della pallacanestro la sua vita. Lunedì 10 giugno la squadra della sua città, la Dinamo, giocherà la prima gara della finale scudetto. Marco Spissu, nel frattempo, è divenuto un eccezionale playmaker e sarà fra i protagonisti della serie che potrebbe regalare al Banco il secondo tricolore della sua storia. La docente di italiano che scrisse quella nota oggi siede in tribuna insieme a migliaia di sardi ed esulta per le giocate del suo ex alunno oggi campione. I casi della vita.