In quella torrida estate 2021 è entrato nel cuore degli italiani dopo la storica rincorsa che è valsa l’oro olimpico ai danni degli inglesi nella staffetta 4x100 di Tokyo. Filippo Tortu è oggi uno degli atleti italiani di punta, e con Jacobs, Patta e Desalu è entrato di diritto negli almanacchi sportivi. Il 24enne sardo-brianzolo non si pone limiti: è stato il primo italiano a scendere sotto i 10 secondi, ma per lui il più grande traguardo è stato “il 10.07 nella finale dei Mondiali”.

Quel 9.99 però, ammette, “mi ha proiettato in una dimensione completamente diversa: sono entrato in un livello di atletica molto più alto, sia in allenamento che in gara”. Tortu, ospite nell’ultima puntata di Sprint2U, ha parlato a 360 gradi di sé e del movimento di atletica italiana: “Ogni anno – ha commentato – arrivano risultati da parte di atleti diversi, siamo diventati un gruppo estremamente competitivo. Il livello si è alzato tantissimo. Questo inevitabilmente ti aiuta, la sana competizione tra compagni ti sprona a fare sempre meglio e porta il gruppo sempre più avanti”.

Poi ricorda quei momenti alle Olimpiadi di Tokyo: “Sì, avevo capito che eravamo davanti a tutti. Nonostante ciò non lo reputavo possibile: per questo ho voluto aspettare l’ufficialità del risultato. In quarta frazione non puoi sapere se prima di te i cambi sono stati regolari ed avevo paura anche di una squalifica. Ero convinto di essere arrivato davanti all’inglese anche di 6-7 centesimi. Solo dopo un’ora e mezza ho realizzato che in realtà era stato solo un centesimo a separarci da loro”.

Quest’anno Tortu ha esordito con la deludente prestazione di Stoccolma, il 29 gennaio, dove si è classificato quinto: “Io l’ho definita tranquillamente la gara peggiore della mia vita – commenta –, anche contando quelle fatte da ragazzino a 11 anni. Quella è stata senza dubbio una giornata no: ero in forma, ma tutto quello che poteva andare storto quel giorno è andato storto”.

Sugli obiettivi stagionali, il giovane atleta non ha dubbi: “Il principale è quello di scendere sotto i 20’’ nei 200 metri. Poi se vado sotto di un centesimo o un secondo poco conta. Ovviamente sarebbe importante andare sotto di tanto, ma la barriera dei 20’’ è importante anche a livello psicologico. Poi – aggiunge – non posso non puntare alla finale dei Mondiali: sarà complicato, ma ci voglio provare”.

Infine, alla domanda su un possibile superamento del record di Pietro Mennea (19.72”), Tortu risponde: “Magari quello ancora no, però è giusto che uno non si ponga limiti. Vedo la mia carriera come una progressione a gradini. Ora ho iniziato quasi da capo spostando l’attenzione sui 200 metri, quindi il primo passo sarà scendere sotto i 20. Una volta fatto ciò proveremo a capire quanto si può scendere. Tra l’altro – precisa – i record non mi interessano più di tanto, mi interessano gli obiettivi personali. Su quel piano i miei saranno anche l’oro agli Europei del 2024 e la finale olimpica”.