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Un’impresa storica e potenzialmente più importante di quanto si possa immaginare: il Cagliari Primavera trionfa in Coppa Italia contro il Milan in casa dei rossoneri, grazie a un netto 3-0 inflitto all’Arena Civica “Gianni Brera” di Milano. Una pratica quasi già chiusa nei primi 45 minuti, grazie alle reti di capitan Vinciguerra e del compagno di reparto Bolzan. La conclusione di Trepy sporcata da Paloschi, nella ripresa, ha ipotecato il match a favore dei sardi.
Progetto lungimirante
Il successo in coppa, oltre alla gioia per il trofeo conquistato (il primo nella storia del Cagliari Primavera), certifica la bontà del progetto giovanile rossoblù. Un progetto incentrato sui sardi e la Sardegna, a partire dall’ossatura della squadra: oltre metà dei giocatori che compongono la rosa arriva infatti da Cagliari o da altre parti dell’Isola, che diventa un vero e proprio bacino da cui pescare gemme da sgrezzare e preparare per la prima squadra.
La Spagna come modello
Certo, dalle giovanili al calcio professionistico il salto è grande, per alcuni troppo, ma l’idea è quella di dare continuità al percorso valorizzando il talento di “casa”, con l’integrazione di elementi compatibili ma scelti in maniera ponderata. Il modello, più che italiano, è quello tipico di alcune compagini spagnole: avete presente la famosa “cantera” del Barcellona? Ecco, l’idea è più o meno quella (non per quanto riguarda lo stile di gioco, onde evitare fraintendimenti). Come per la Masía, che a uno zoccolo duro di stampo catalano aggiunge elementi di varia provenienza, rendendoli, grazie a un lungo percorso di convivenza col club, catalani “adottivi”, così anche il Cagliari sta operando in questa direzione.
Un esempio ancora più estremo - ma per certi versi irreplicabile senza una vera unità di intenti - è rappresentato dai due principali club dei Paesi Baschi: Real Sociedad e, soprattutto, Athletic Bilbao. Entrambe traggono forza dai talenti fatti in casa. E se la Sociedad ha deciso di ampliare le proprie vedute accogliendo, a partire dalla fine degli anni Ottanta, anche alcuni giocatori stranieri (senza però snaturare l’identità del club), per il Bilbao il discorso è diverso. I biancorossi, infatti, sono sempre rimasti fedeli alla loro filosofia, riuscendo nell’impresa di creare un club competitivo a livello europeo con soli giocatori baschi. E' inoltre l'unica squadra, insieme alle due super potenze di Real Madrid e Barcellona, a non essere mai retrocessa dalla massima serie spagnola (incredibile, no?). Un progetto pionieristico che oggi rappresenta un unicum nel panorama mondiale. Sulla scia di questo tipo di iniziative e filosofie, a modo suo, il Cagliari negli ultimi anni sta cercando di lavorare.
Sinergia e programmazione
Un ruolo centrale in questa catena operativa è ricoperto dal direttore sportivo e organizzativo del settore giovanile, Pierluigi Carta, e dal coordinatore tecnico Roberto Muzzi. In sinergia con società e staff lavorano per affinare e migliorare costantemente il processo di crescita dei talenti sardi e di accoglienza di quelli che arrivano da oltremare. L'obiettivo è quello di aumentare sensibilmente il numero di calciatori cresciuti presso i vivai, che dalle giovanili trovano poi sbocco in prima squadra. Emblema di questo movimento è Fabio Pisacane, dal 2023 allenatore della Primavera. Dopo la sua lunga esperienza in maglia rossoblù (152 presenze dal 2015 al 2021), una volta ritiratosi è subito entrato a far parte dello staff come collaboratore tecnico prima e come responsabile tecnico delle giovanili dopo, per poi diventare vice allenatore e, infine, tecnico della Primavera.
Studio e programmazione, ma anche talento: la differenza, alla fine, la fanno sempre i giocatori, quelli per cui la gente paga il biglietto allo stadio. Soprattutto a livello giovanile la qualità dei singoli fa emergere differenze fra un club e l’altro, e il Cagliari sta dimostrando di averne da vendere. Tanti i talenti messisi in luce quest’anno: già oggi rappresentano un’importante risorsa per la società, ma andranno accompagnati in un graduale percorso che apre le porte al calcio professionistico. Vediamo alcuni dei nomi più interessanti:
Alessandro Vinciguerra
Inevitabile dedicare la prima menzione al capitano, condottiero nell’impresa di coppa e trascinatore in finale contro un Milan ricco di talento. Nato a Napoli, classe 2005, è un’ala sinistra brevilinea, piede destro e qualità tecniche indiscutibili. Può agire su tutto il fronte offensivo adattandosi elle esigenze tattiche di squadra e allenatore. Cresciuto nel settore giovanile, ha esordito con la Primavera nel 2021, all’età di 16 anni. Per lui in totale 115 presenze, 23 gol e 13 assist. Quest’anno fra campionato e coppa 9 gol e 2 assist. Nella sfida contro i rossoneri un gol da stropicciarsi gli occhi: inserimento fra le linee, controllo di testa e allungo, sterzata e destro piazzato. Qualche giro di lancetta e serve una palla illuminante a tagliare la difesa che propizia il gol del raddoppio. Tutto il suo repertorio in pochi minuti.
Nicola Grandu
Uno dei tanti talenti casalinghi, il classe 2006 è una seconda punta che all’occorrenza può essere impiegata come esterno destro. Non con il gol nel sangue: ma si distingue per la tecnica individuale, la rifinitura e la visione di gioco che gli permette di adattarsi ai diversi ruoli. Le prestazioni crescenti lo hanno portato a raggiungere la Primavera, convincendo mister Pisacane che col tempo ne ha fatto un elemento essenziale nella sua rosa. Per lui, fino ad adesso, 24 presenze in Primavera di cui 21 da titolare. Sviluppando ulteriormente le sue caratteristiche ed affinando il suo feeling con la porta negli ultimi metri, Grandu potrebbe ambire a un importante futuro in prima squadra: le qualità, e l’età, sono dalla sua parte.
Nicola Pintus
Roccioso difensore centrale nato a Cagliari nel 2005. Abile nel gioco aereo e dotato di un ottimo senso dell’anticipo, doti che lo rendono un leader e un elemento fondamentale nella fase di non possesso della formazione di Pisacane. Eccellente la sua prestazione nella finale di Milano, sempre attento e sicuro in ogni situazione. Di recente il Cagliari gli ha rinnovato il contratto sino al 2027, confermando l’intenzione di puntare su di lui anche per il futuro. Per lui quest’anno è arrivata anche la convocazione in prima squadra. Baluardo della Primavera, chissà che in futuro non possa prendere in mano anche le chiavi della retroguardia in prima squadra: viste le premesse sarebbe tutt’altro che improbabile.
Alessandro Bolzan
Attaccante italo-argentino classe 2005. È uno dei grandi protagonisti di questa stagione, nella quale ha raggiunto la doppia cifra tra campionato e coppa con 10 gol e 4 assist. Punta centrale fisica e veloce, bravo sottoporta ma anche a servire i compagni. Anche lui è entrato nel tabellino dei marcatori della super sfida di Coppa Italia, siglando la seconda rete contro il Milan, bravo a raccogliere la sfera sulla respinta del portiere rossonero. Anche lui, come i compagni, rappresenta una risorsa importante per la società sarda, che sta crescendo in casa un centravanti dalle ottime potenzialità.
Velizar-Iliya Iliev
E’ uno dei portieri più promettenti nel panorama dei campionati giovanili in Italia. Il 2005 bulgaro si è unito al club nel 2022, ed ha un contratto valido sino al 2028. Ben dieci volte quest’anno è riuscito a tenere la porta inviolata, mentre in Coppa Italia ha subito un solo gol in quattro partite. Prodigioso proprio nella semifinale di coppa contro la Fiorentina, dove ha parato due rigori trascinando i suoi alla finale del torneo. Iliev ha anche esordito nella nazionale bulgara Under 21 lo scorso marzo, confermando come le sue prestazioni siano in grande crescita. Grande reattività fra i pali e leadership al servizio della squadra, su di lui gli occhi puntati in ottica futura.
Andrea Cogoni
Difensore centrale classe 2006. Meno dominante fisicamente ma altrettanto affidabile, dotato inoltre di una buona visione di gioco che gli permette di impostare l’azione dalla difesa. Abile nel gioco aereo, nei contrasti e nel posizionamento. Usa entrambi i piedi e all’occorrenza può essere impiegato anche come terzino destro. Per lui in totale con il Cagliari Primavera 61 presente impreziosite da tre assist. Anche per lui, quest’anno, è arrivata la convocazione in prima squadra, ma non ha ancora vissuto l’emozione dell’esordio. Arriverà.
Diego Marcolini
Centrocampista, vent’anni. Principalmente agisce da mediano, ma può essere impiegato anche da mezz’ala. Abile nella doppia fase, importante nella fase di interdizione ma allo stesso modo propenso a concludere a rete. Quattro gol e tre assist nelle ultime due stagioni sono un ottimo bottino per un giocatore che in teorie avrebbe come compito principale quello di schermare gli attacchi avversari. E’ uno degli elementi di maggiore esperienza della rosa Primavera e ha tutte le carte in regola per poter ambire a un futuro fra i professionisti.
Sono solo alcuni dei prospetti che il Cagliari sta crescendo e che meritano attenzione. Qua abbiamo provato a menzionarne almeno uno per ruolo, ma insieme a loro ci sono tanti altri talenti, tutti di ottima prospettiva e non meno meritevoli dei compagni sopra citati. Le dinamiche del calcio giovanile evolvono rapidamente, quindi non c’è da stupirsi se in futuro a imporsi sarà un giocatore oggi meno quotato rispetto al collega. Spesso infatti la perseveranza supera il talento puro, e dunque per ognuno di questi ragazzi non è da escludere un futuro radioso, come è possibile anche che la vita li porti verso altri lidi, non necessariamente legati al calcio. A fare la differenza sarà la voglia di arrivare, la capacità di non abbassare mai la concentrazione, di tenere la testa sulle spalle e non perdersi nel mare tempestoso del calcio “dei grandi”, che come forse nessun altro sport può regalare fama e fortune, ma che altrettanto rapidamente è capace di spedire i suoi protagonisti nel dimenticatoio.