«Lo abbiamo trovato!» Questo speravo di scrivere da tre mesi a questa parte, da quando è partita l'enorme catena di solidarietà che ci ha sostenuto come in un abbraccio di migliaia di persone. Questo meritavate di leggere per tutto ciò che siete stati capaci di fare. Avete portato il nostro appello in ogni angolo del mondo e si è trasformato in un esercito immenso di nuovi donatori. Mai avrei immaginato una risposta simile! Purtroppo, però, il nostro uno su centomila non si è trovato e le ricerche verranno sospese."

A scrivere è Fernanda Derudas, madre del piccolo Giovanni Andrea, sul gruppo Facebook dedicato al bimbo di 6 anni malato di leucemia  di cui tanto abbiamo parlato negli ultimi tempi.

Genitori ed amici si sono attivati in questi mesi per dare al piccolo una speranza di vita migliore, ce l’hanno messa tutta e, certo, il loro impegno e la passione profusa rappresentano il migliore esempio di amore per la vita. Uno sforzo, il loro, ripagato dall’abbraccio ideale di un’intera isola che ha riscoperto il valore dell’amicizia e della solidarietà. Il challenge #PlayPrayAct ha coinvolto, tra le migliaia di persone, personaggi dello spettacolo, dello sport e della cultura che hanno dato il proprio contributo per sensibilizzare la società su un problema che oramai non può sfuggire più a nessuno.

Alla fine, spiega mamma Fernanda, il donatore per Giovanni Andrea non si è trovato e “Per il suo bene è meglio non aspettare, riceverà il mio midollo compatibile col suo per il 50%. Grazie a tutti quelli che, in qualsiasi modo, ci hanno sostenuto e hanno reso questi mesi un po' più leggeri. Senza le vostre parole, i video, le preghiere, le battute, i cuoricini, i disegni, le foto, le dita incrociate, i regalini sarebbe stato un lunghissimo inverno. Noi, invece, non ci siamo mai sentiti soli! Ho sempre detto che Giovanni Andrea è speciale fino al midollo e lo dimostra il cambiamento che ha portato nel cuore di tante persone. Ha dato vita a qualcosa di meraviglioso che deve continuare per tutti quelli che ancora aspettano. E sono molti. Noi ora ci prepariamo ad affrontare la prova più difficile, quella tanto attesa, consapevoli di poter fare ben poco se non stringerci attorno al nostro bambino con tutto l'amore e la fede che possiamo.”

Ho sentito Fernanda al telefono, ieri pomeriggio, e ancora una volta ho potuto avvertire la forza che anima queste persone. Come anche i genitori del piccolo Andrea di Orotelli, i genitori di Giovanni Andrea prendono la vita di petto per “restituire nostro figlio alla sua vita da bambino”.

“Siamo oramai un po’ stanchi” racconta Fernanda “il nostro bambino ha passato metà della sua vita in ospedale e adesso dobbiamo nuovamente riprogrammare tutto ma siamo certi che questa volta andrà bene. Ce lo sentiamo. Giovanni Andrea è un bambino speciale, all’inizio è timido ma chi lo conosce sa quanto è divertente. Lui conosce la sua situazione ma, adesso che gioca tranquillo fuori in giardino, non si considera malato. Il challenge lo ha aiutato molto ed ha aiutato noi. Fa così tanto piacere vedere questi video, anche se lui non conosceva alcuni personaggi gli è piaciuta l’idea che sono stati fatti per lui. Si è reso conto di quanta gente gli è stata vicino. Non ci aspettavamo tutta questa partecipazione e ringraziamo tutti quelli che ci hanno aiutato, grazie a loro il messaggio è arrivato è si è aperta una strada. L’emozione più forte ci è arrivata dal mondo che sta dietro quello pubblico: storie incredibili, amicizie virtuali che considero assolutamente importanti perché nate dalla condivisione di sofferenze e incertezze di ogni giorno”.

“Cosa vi aspettate adesso?” chiedo a Fernanda. “