Questa è la storia di usanze e tradizioni risalenti all’inizio del ‘900 ad Alghero, in provincia di Sassari. A parlare è Lina, una nonna algherese che ricorda i racconti di sua mamma e dei suoi nonni sull’importanza del battesimo nella comunità della Riviera del Corallo.

“Sai, mia mamma (che era del 1911) mi raccontava che i bambini dovessero essere protetti se non ancora battezzati. Lei lo fece con me e i suoi genitori con lei” Ma da cosa dovevano esser protetti? E in che modo?

La leggenda narra che i bambini non potevano uscire di casa sino al ricevimento del sacramento del battesimo. Rigide usanze anche per la mamma del neonato che, dopo aver partorito, per poter parlare con qualcuno doveva andare a messa alle 7.30 del mattino (facendo la massima attenzione nel non incontrare nessuno nel tragitto di andata verso la chiesa). Inoltre, per i bambini era “vietato” l’ingresso al cimitero: non si poteva rischiare che venissero attaccati da spiriti cattivi. 

Quindi, il battesimo era uno strumento di protezione dalle anime cattive. Nonna Lina ha provato a non replicare con i suoi figli tali usanze, ma le capitò un fatto che ancora oggi ricorda: “Nel 1977 andai con mia figlia in Calabria prima di battezzarla. La signora da cui alloggiai mi impedì, benevolmente, di stendere i panni di mia figlia fuori dall’abitazione. In quel momento ripensai ai racconti di mia mamma, realizzando che non fossero di uso solo ad Alghero. Sorrisi e acconsentii a stenderli dentro casa.” E si, perché del neonato (come in Calabria, anche ad Alghero) non dovevano esser stesi fuori nemmeno i panni; anch’essi potevano essere attaccati e quindi ledere alla creatura non ancora battezzata. 

“Un’altra cosa, molto importante, era non lasciare mai il bambino da solo nella stanza senza un pane nella culla. Il pane fungeva da repellente per le anime cattive. Per avvalorare la tesi, mia madre portava esempi concreti di conoscenti che “incautamente” avevano lasciato il neonato senza pane e avevano trovato il bambino fuori dalla culla”.

Nonna Lina ripensa emozionata alla madre e dice: “Lei era la mia storia. Tutte queste leggende mi hanno accompagnato a conoscere un mondo di usanze e costumi che ora non potremo mai vivere senza questi racconti – dice di non aver seguito tali regole ma - a fatica. Con il tempo mi sono resa conto di quanto abbiano influenzato le mie credenze e la mia quotidianità. In certi casi hanno generato delle vere e proprio paure. Ti dico, pur non credendoci, ho deciso di battezzare i miei figli il prima possibile”. 

Un'altra usanza, e particolarità dell’epoca, era il non poter esporre né indumenti, né il passeggino fuori dall’abitazione. Si narrava che se una donna senza latte avesse solo toccato tali oggetti del neonato, la donna avrebbe ottenuto il latte a discapito della madre del bambino. 

E voi, avete mai sentito parlare di queste leggende nelle vostre città o paesi? Raccontateci le storie dei vostri nonni all’indirizzo redazione@sardegnalive.net