“L’eredità delle donne di casa Lussu – Joyce Lussu e Giovanna Serri”, edizioni Archivi del Sud, è un libro, presentato recentemente ad Alghero, della cantautrice algherese Claudia Crabuzza, che racconta la storia di due donne, tanto diverse quanto rappresentative di quel mondo della cultura, della politica e dell’arte di cui entrambe sono state fiere protagoniste. A parte i contenuti, le differenzia, intanto la notorietà. Di grande risonanza quella di Joyce Lussu, un cognome “pesante” con cui lei ha scelto quello del marito Emilio e non per cercare protezione o maggiore visibilità.

Più circoscritta, ma non meno intensa, invece, la notorietà di Giovanna Serri, di Armungia, governante della casa Lussu per 50 anni e conosciuta e apprezzata per la sua arte di tessitrice. Forti personalità entrambe, di quelle che lasciano il segno, che caratterizzano quelle figure di donne portatrici di valori universali quali l’uguaglianza e la libertà che devono riguardare uomini e donne senza distinzioni.

La storia di Joyce Lussu è nota. Scrittrice, poeta e attivista dal carattere combattivo sia sul terreno dei diritti delle donne che su quello politico. Ha girato tanto in Sardegna, in cerca di storie femminili da far assurgere a riferimento perché rappresentative di quei valori identitari anima e corpo del popolo sardo.

Claudia Crabuzza ha scavato sulla personalità delle due donne per la preparazione della sua tesi di laurea e, parimenti, con questo libro, per contribuire a una conoscenza, anche nell’intimità della loro storia familiare, delle due nobili figure.

Il libro è di agile lettura, coinvolgente e attuale, in relazione ai diversi temi sociali e politici trattati e, purtroppo, ancora aperti.

Il lettore, già dal suo primo approccio, si chiederà quale sia stata l’influenza di un personaggio come Emilio Lussu sulla vita professionale delle due figure femminili. Avrà avuto il suo peso, certamente, ma è altrettanto vero che le due donne in quanto a personalità, caratterizzata da una naturale esigenza di libertà e di autonomia, hanno vissuto di luce propria. Anche questo aspetto è un argomento trattato in modo esaustivo dalla stessa autrice.     

Nel corso della presentazione del libro, la cantautrice ha eseguito diversi brani, applauditissimi, del suo repertorio, accompagnata dalle dolci e suadenti note dell’organetto di Dilva Foddai.